La Debicke e… Chi ha ucciso il campione del mondo. Scacchi e crimine

Fabio Lotti e Mario Leoncini
Chi ha ucciso il campione del mondo. Scacchi e crimine
Prisma, 2005

Dichiara l’amico Fabio: “In questo libro ho ripreso e sviluppato alcune brevissime parti di “Partita a scacchi con il morto” che ho ritenute significative anche nel nuovo contesto. Ho sempre considerato il primo lavoro una specie di banco di prova, di bozza, data la sua limitata lunghezza, per una successiva pubblicazione più corposa come la presente. I “vecchi” lettori vi potranno trovare qualche somiglianza schematica nella costruzione delle “scene” che si susseguono, ma ciò è stato necessario per non sciupare ciò che di buono era già stato scritto. D’altra parte le novità sono molte di più delle situazioni conosciute. Basti pensare al numero dei personaggi che affollano la seconda “fatica” rispetto alla precedente. Un’altra avvertenza. Questo è un giallo, naturalmente, essendoci il morto assassinato ed il relativo detective, ma un giallo “sui generis” nel senso che la mia attenzione non si è rivolta tanto a costruire i meccanismi perfetti del giallo classico, quanto nello sfruttarne la struttura per scrivere qualcosa di piacevole e divertente, comprese alcune battute sui nostri politici che non vogliono essere altro che semplici battute. A dir la verità ero stato consigliato di evitarle, ma per noi toscani è difficile fare a meno di dare qualche “pizzicata” a chi sta in alto, anche parlando delle previsioni del tempo. Per venire incontro, almeno in parte, a tale consiglio ho deciso di inserire i puntini al posto dei nomi. Se poi il lettore li indovina lo stesso… sarà stata colpa sua”.

E allora parliamo un po’ di Chi ha ucciso il campione del mondo. Scacchi e crimine, il giallo allargato di Fabio Lotti e Mario Leoncini. Il libro già nel titolo si dichiara a doppia faccia: prima il romanzo breve (di Fabio Lotti) poi una serie di piccoli saggi (di Mario Leoncini). Iniziamo dal più corposo romanzo breve di Lotti, arricchito da esilaranti scene di vita domestica del commissario in pensione Marco Tanzini, ambientato nella irripetibile cornice di Siena eletta a palcoscenico per una super tenzone scacchistica tra i più forti Grandi Maestri del momento. Il nostro Fabio coglie l’occasione, e fa bene, per presentare al lettore, attraverso gli occhi del suo Tanzini, gli infiniti tesori della città del Palio. Ma torniamo alla trama. Per pubblicizzare maggiormente la città, il Monte dei Paschi, nato come Monte di Pietà (oggi tutt’altra cosa) e la più longeva banca del mondo, ha organizzato un supertorneo di scacchi. Cavallo dato vincente e punta di diamante dell’avvenimento è il gelido ma carismatico giocatore russo Eugeny Khaliuscin, campione del mondo, ma già all’affollatissima presentazione al popolo e ai media, nella sala del Cral del Monte dei Paschi, l’occhio ben allenato del commissario in pensione Marco Tanzini nota in lui qualcosa di strano. Insomma il favorito sembra agitato, nervoso… C’è qualcosa che non va?
Al primo turno il Khaliuscin vince contro il rivale Shitiov facilmente, forse un po’ troppo? Ma la mattina seguente viene ritrovato, barbaramente “ucciso” dai pezzi della sua scacchiera, nel principesco nido della suite dell’hotel Majestic dove alloggia con gli altri partecipanti. “La scena era da voltastomaco… Il volto una maschera irriconoscibile, i globi degli occhi pendevano fuori, appesi al loro fragile nervo. Nelle orbite vuote, irrorate di sangue rappreso, due Alfieri conficcati con forza. La bocca poi…”. Insomma uno spaventoso omicidio che butta fuori dalla scena dello scacchismo internazionale il grande K. Chi ha compiuto un delitto così e in modo tanto efferato? Il colpevole potrebbe essere uno dei campioni rivali del morto che partecipavano al torneo. Salterà fuori che tutti più o meno avevano il loro buon motivo per uccidere Khaliuscin. Il commissario Tanzini, richiamato in fretta e furia in servizio attivo dalla procura per il suo eccezionale fiuto, si ritroverà tra le mani una spaventosa gatta da pelare, senza contare che stavolta la faccenda potrebbe avere persino implicazioni internazionali…
La trama poliziesca è in secondo piano rispetto alla costruzione di personaggi simpatici e credibili allo stesso tempo. E anche gli scacchi sono tenuti volutamente in secondo piano, pur arricchendo la storia di mistero, per i profani, e ammiccando agli esperti. Siena invece si ritaglia largo spazio in quanto superba cornice della storia, con il suo meraviglioso panorama medioevale per un delitto che rimanda alle torture dalla Santa inquisizione. Tra tresche amorose improbabili, padri tormentati, invidie e rivincite sperate, tutti i giocatori superstiti sono sospettati. Tutti e nessuno, questo il problema. Tanzini fiuta, interroga, indaga dappertutto ma la faccenda è ostica. Potrebbe essere al di là delle sue possibilità?
Ciò nondimeno salta agli occhi e ovunque la grande cultura di Lotti e la sua inarrestabile ironia, “da toscanaccio”. Il faticoso avanzare delle indagini mette in evidenza anche una serie di personaggi minori ma molto meno secondari di quanto potrebbero sembrare. Tra questi c’è anche un certo Bafio Tolti… O chi sarà mai? Che risulta particolarmente intrigante, grande conoscitore di scacchi e non solo.

Questo vale per la prima parte del libro. La seconda, Scacchi e crimine, è una serie di saggi brevi, piccoli scorci, in cui serpeggia efferatamente il delitto. “E se Alekhine fosse stato ucciso con un colpo di pistola?” cita la quarta di copertina. Capitolo decisamente interessante è quello sui delitti effettivamente avvenuti. Sapevate che la sconfitta in una partita a scacchi può esasperare a tal punto il perdente da spingerlo a un raptus omicida? Basta pensare al caso di uno dei maggiori giovani talenti americani rinchiuso da quarant’anni in un manicomio criminale. E quello di Bevacqua in Italia, oppure quello dello scacchista Wallace. E come non citare l’intrigo nato da una telefonata al Liverpool Chess Club. Non basta, pensiamo all’ergastolano 99432 salito al secondo posto nella graduatoria Elo americana e all’assassinio della miglior giocatrice italiana del secolo passato Clarice Benini, senza dimenticare i serial killer o i semplici fuori legge come Bobby Fischer. Una stuzzicante rassegna di autori e romanzi nei quali gli scacchi entrano, in qualche modo, in gioco. Molto pertinente è la categorizzazione generale. Innumerevoli sono gli autori citati e i riferimenti espliciti a grandi testi, classici e non solo, della narrativa poliziesca, tra cui il celebre “Enigma dell’alfiere” di S.S. Van Dine e Sherlock Holmes, sebbene il grandissimo detective sia poco attento alla sottile arte del gioco, il suo autore in realtà preferiva l’avventura, la boxe e le gare di cavalli. Tuttavia Leoncini elenca una serie di casi in cui il celebre detective si è trovato a stretto contatto con gli scacchi, da un film a (addirittura) una scacchiera con i pezzi a lui ispirati. Chissà cosa ne avrebbe pensato il suo autore. Per gli innamorati del cinema, Leoncini passa in rassegna tanti casi, e non sono pochi, di film polizieschi in cui fanno capolino gli scacchi. Obbligatorio perciò far cenno al celebre “Agente 007, dalla Russia con amore”, in cui proprio l’inizio vede il temibile numero 5 disputare la gara per il campionato del mondo, prima di essere chiamato dal terribile capo della Spectre. Ai curiosi la lettura degli altri casi. Questo e tanto altro troverete nell’originale ricerca di Mario Leoncini sui 1500 anni di vita degli scacchi, che copre la letteratura, il cinema e la cronaca. Una ricerca a suo dire di natura soprattutto antologica. Leoncini dichiara infatti, molto onestamente, come le sue analisi non abbiano una reale validità scientifica, ma la sua ampia e motivata ricerca può rivelarsi propedeutica a un più completo e specifico studio sull’argomento. La contorta diabolicità di molti delitti ricorda la genialità richiesta in alcune partite di scacchi e spesso, riferendosi a una indagine complicata, si scrive che l’assassino sta giocando a scacchi con gli investigatori. Quindi, parrebbe proprio esserci un qualche collegamento tra la pianificazione di certi delitti e la mentalità dello scacchista. Ai lettori che vorranno, il piacere di scoprire se il tasso di criminalità legato all’universo scacchistico sia più alto rispetto al resto del mondo.

Mario Leoncini, classe 1956, abita a Siena, è maestro, problemista ed esperto di scacchi eterodossi. Ha pubblicato numerosi articoli di storia degli scacchi e ha condotto una ventennale ricerca sugli scacchi a Siena, culminata nella pubblicazione del libro All’ombra della Torre: settecento anni di scacchi a Siena (1994).

Fabio Lotti nasce a Poggibonsi nel 1946. Maestro per corrispondenza, partecipa a diverse finali nazionali (ha vinto con la Nazionale A la 5ª Coppa Latina). Vorace divoratore di libri, è curioso di tutto e di tutti; i suoi interessi spaziano dalla storia all’arte, dalla letteratura al giallo. È stimato autore di numerosi articoli e libri teorici.

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