La Debicke e… Fiamme in Piazza Duomo

Filippo Fornari
Fiamme in Piazza Duomo. Lo strano caso della mucca che incendiava i fast-food
Todaro, 2019

Fornari riporta in scena l’irresistibile compagnia di scombinati, trasformata nella cricca dell’Ortica, che abbiamo incontrato per la prima volta a Milano in Omicidi all’Isola, romanzo che vedeva all’opera un serial killer di “lucciole” controllate da pericolosi compatrioti nigeriani.
Ancora Milano a fare da cornice, con squarci di vita cittadina a ogni livello, ancora un romanzo corale frequentato dagli stessi personaggi: Curzio Melanotte, ex uomo d’affari con un matrimonio fallito alle spalle e quattro figli, che oggi sbarca il lunario con lavori saltuari per vivacchiare onorevolmente; Umberto, ex ferroviere mangiapreti che si sente Bruce Willis, ogni sera va a spasso per l’Isola con il cane Togliatti e, dopo tutto il casino della precedente storia, si è felicemente accasato con la ex prostituta Arylyne; il timido Enzino, pio ma atletico giovanotto esperto in arti marziali però tutto chiesa e opere buone e, ciliegina sulla torta, l’agrigentino commissario Vito Musante, ormai felicemente trapiantato a Milano con moglie brava e saggia.
Stavolta il povero Musante si ritrova con tre rogne tra le mani: la prima, un camionista rumeno è stato ritrovato morto e con le mani mozzate (parrebbe proprio tipico delitto di mafia dell’est); la seconda, un esimio professore milanese in pensione, tal Epaminonda Salieri, con l’hobby del rigattiere, tanto che gestiva persino un banchetto al Mercatino di via Armorari, è morto orribilmente infilzato da un candelabro all’Ossario di San Bernardino alle Ossa; la terza, risibile se non costringesse la polizia a organizzare appostamenti eccetera, una finta mucca frisona che in nome della causa animalista si è lanciata in mini attentati incendiari provocando consenso e simpatia.
In tutto questo, il nostro povero commissario deve tenere in riga i suoi amici Curzio, Enzino e Umberto. Ma sarà dura, perché sia la pseudo protesta animalista guarnita da mini attentati, sia il barbaro omicidio del camionista, sia l’orrenda morte del professore, hanno più particolari in comune di quanto possa inizialmente sembrare e in qualche contorto modo finiscono per tirare in ballo la bizzarra cricca. E dunque, punti nel vivo, Curzio, Umberto ed Enzino, nonostante le minacciose raccomandazioni di Musante, finiranno per andare a ficcare il naso e affrontare pedinamenti, lotte, intrighi, inseguimenti, minacce eccetera eccetera. E, nonostante i paletti e i continui rimbrotti del commissario – si rischia addirittura la rottura – i nostri esilaranti e scombinati eroi arriveranno a scoprire i segreti delle associazioni animaliste e il pericoloso mondo del contrabbando di opere d’arte legato ai multiformi e delittuosi interessi della mafia dell’Est, ormai con un piede ben fermo in Italia.
Riuscirà il commissario Vito Musante , nonostante o forse anche con il loro esterno e scombiccherato appoggio alle indagini, a risolvere i tre ingarbugliatissimi casi? Sì… o perlomeno lui ne sarà convinto. O forse sarà meglio nascondere per sempre una parte della verità vera?

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