Non avrà certo la diffusione di Sole a catinelle, probabilmente vi toccherà cercarlo in qualche cinema d’essai, ma Il Paradiso degli Orchi è un piccolo film divertente (tratto dal bellissimo romanzo omonimo di Daniel Pennac) che dovete cercare di non perdere. Racconta le gesta di Benjamin Malaussène, di professione capro espiatorio, e della sua sconclusionata famiglia composta dal caustico Jérémy, dalla dolce Luna, da Thérèse che legge le carte e dal Piccolo (a cui prontamente viente disattivato l’audio tutte le volte che si accende il turpiloquio).
Benjamin lavora in un centro commerciale nel quale vengono compiuti una serie di atti di sabotaggio, atti per i quali è sospettato lo stesso Benjamin. Riuscirà a scagionarsi anche grazie a un’intraprendente giornalista in cerca di scoop e di affetto.
Il Paradiso degli Orchi nasce come un noir atipico; nel romanzo giocava un ruolo centrale il quartiere di Belleville con il suo “colore” locale, ma la trama gialla con il classico svelamento finale aveva la sua importanza. Il film perde un po’ nella parte drammatica ed è semplificato, rispetto al libro, ma acquista in sentimento grazie ai protagonisti, ben caratterizzati, mai violenti. 92 minuti di buonumore intelligente e scoppiettante (in tutti i sensi!).
Il Paradiso degli Orchi (Au bonheur des ogres)
Francia, 2013
Regia: Nicolas Bary
Con Raphaël Personnaz, Bérénice Bejo, Guillaume de Tonquedec, Emir Kusturica
