The Returned – ovvero dell’utilità dei social network

king returnedDunque succede che uno dei primi tweet di Stephen King è quello qua sopra, e parte la caccia forsennata a questo The Returned (Les Revenants) di cui non avevo notizia.
Complici le vacanze concludo la visione della prima stagione a tempo di record.
Si tratta di una serie francese (francesissima: parlano tutti in francese, si vestono come francesi e gesticolano come francesi, quindi se i francesi vi stanno un po’ sulle palle per quella maniera di parlare veloceveloce e con un sacco di parolacce vi tocca fare uno sforzo per andare avanti) ambientata in una paesino tra le montagne, nei pressi di una diga. I ragazzi si incontrano al Lake Pub, il pub del paese gestito da Toni, dove lavora anche Lucy. È un posto tranquillo fino a quando alcuni abitanti, deceduti, si ripresentano vivi e vegeti e senza alcun ricordo di ciò che è loro accaduto durante il periodo in cui sono morti. C’è Camille, c’è Victor, c’è Simon, c’è Serge, c’è la signora Costa. I parenti reagiscono nei modi più disparati (a volte francamente inspiegabili) al ritorno di queste “persone”; tutta la serie ruota intorno alla ricerca del “perché”: perché sono tornati proprio loro, perché il livello dell’acqua continua a salire da una parte della diga e a scendere dall’altra, dove si trova il vecchio villaggio distrutto 35 anni prima da un’inondazione (il sottotitolo della serie è Il passato ha deciso di tornare in superficie).
les revenants
In ogni episodio ci sono flashback sul passato e sul momento della morte di ciascun ritornato, non senza sorprese. Serie drammatica ma non splatter (i ritornati non hanno nulla dei walking dead che conosciamo).
Moltissime citazioni da film: facile riconoscere le locandine appese qua e là, un po’ più da esperti ricavare quelle nascoste nella trama e nelle scene. E, come dice King, il bambino Victor è davvero inquietante.
Effettivamente The Returned è interessante, speriamo che – come è successo per altre serie – la seconda stagione mantenga le premesse.

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