La resistenza del maschio – Elisabetta Bucciarelli

Elisabetta Bucciarelli
La resistenza del maschio
NNE, 2015
Sentimentale
Recensione di Valerio Calzolaio

Milano. Negli ultimi anni. L’Uomo che chiameremo Emme, come Maschio e forse Marco, è un affermato professorone 50enne, architetto e intellettuale d’arte. Di notte, guidando la Mercedes blu stanco morto al termine di una conferenza (recita a memoria le altezze delle torri per restare sveglio), viene abbagliato dai fari di una Renault rossa che quasi gli sterza addosso e poi si schianta contro un palo, mentre una prostituta scende dal marciapiede e urla. Dentro l’auto la ragazza è rimasta ferita, arriva l’ambulanza, Emme torna a casa dalla Moglie, fra di loro le cose non vanno bene.
La scena si sposta nella sala d’aspetto di un centro medico polifunzionale, tre donne per lo stesso ginecologo, il dottor Zardi: Silvia, occhiali rosa e capelli mossi, vivace single con un gatto; Chiara, magra e minuta, giovane coreografa, un figlio e una nuova intermittente relazione; Marta Bosco, bionda e statuaria, progettatrice di giardini, appena separata e incinta (da sola).
Nei giorni successivi l’uomo ci ripensa e cerca di sapere l’identità e la storia della ragazza. Le tre donne cominciano a parlare, restano lì per ore, imparano a conoscersi, narrano e battibeccano soprattutto di uomini e maschi.

Elisabetta Bucciarelli ha un’età indefinita e il culto delle parole. Scrive molto bene e ogni lettura è un poco diversa dalle altre, sempre notevole. Qui abbandona completamente ogni genere (anche sentimentale) e dialoga delle relazioni donna-uomo. La “resistenza” fa riferimento soprattutto all’Uomo: ragiona per negazioni, si nega, in modo inconsueto risponde sempre no alla esplicita volontà della Moglie (più che 40enne) di fare finalmente un figlio. Entrambi sostengono di amarsi, anche davanti alla psicologa.
Intrigante (aggettivo e verbo, non sostantivo).
Le due storie (l’Uomo, la Moglie e la ragazza dell’incidente; le tre donne a chiacchierare), con pochi personaggi comprimari, non sono parallele cronologicamente. L’incidente accade oltre due anni prima della conversazione, l’intreccio lentamente si intuisce e disordinatamente si svela (ennesima funzione dell’entropia, sia nei già troppo “calcolati” sistemi maschili che in quelli femminili, pure nei misti).
Segnalo che il marito di Chiara usa “Happn”, app relazionale per verificare disponibilità (sessuale e non solo) negli incontri più o meno casuali fra sconosciuti. Tanta musica, talora come colonna sonora di immagini.

 

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