Jack Ketchum
La ragazza della porta accanto
Gargoyle
Traduzione di Linda De Luca
Attualmente non in commercio
Una settimana fa Stephen King ha dato notizia della morte di Dallas Mayr. Così ho ripescato dai cassetti della memoria un post di una decina di anni fa.
Jack Ketchum (pseudonimo di Dallas Mayr) ha scritto The girl next door nel 1989 (anno in cui è stato pubblicato negli Stati Uniti), ma il romanzo è uscito in Italia solo nel 2008, pubblicato dall’editore Gargoyle. Gargoyle è (era?) specializzato in horror e in effetti La ragazza della porta accanto è un romanzo dell’orrore nel senso più vero del termine: non fantasmi, vampiri e grand-guignol, ma l’orrore della vita reale. Pur essendo un romanzo dell’orrore nel senso sopra spiegato, Ketchum non indugia in descrizioni sanguinose e morbose.
Basato su una storia realmente accaduta nel 1965, La ragazza della porta accanto racconta, attraverso gli occhi e la voce del piccolo David, la storia di Meg, quindicenne orfana data in affidamento, insieme alla sorella minore Susan, alla famiglia di Ruth, una lontana parente.
Siamo negli anni Cinquanta, provincia americana. Ruth vive sola con tre figli maschi ed è molto amata dai ragazzini perché li tratta da pari a pari, permette loro di fumare e bere birra e parla delle “cose della vita” con molta disinvoltura. Ma il divorzio l’ha incattivita confronti del mondo e l’arrivo delle sorelle Loughlin scatenerà la sua rabbia repressa. Ruth cerca dapprima di umiliare Meg, adolescente bella e orgogliosa, ma non riuscendo a piegarla inizierà a seviziarla selvaggiamente, facendo partecipare al gioco anche i figli e gli amichetti. David rimane spettatore: da un lato ha sempre ammirato Ruth, che è parte del suo mondo infantile, e non riesce a comprendere il motivo del cambiamento della donna, dall’altro lato prova attrazione per Meg e vorrebbe, lui dodicenne, proteggerla.
Finale toccante (più nel libro che nel film, tra l’altro).
Una curiosità: Dallas Mayr (prolifico scrittore di horror, più volte vincitore del Bram Stoker Award) ha mutuato il suo pseudonimo da Jack Ketch, boia della corte inglese famoso per il suo sadismo.
Dal libro è stato tratto l’omonimo film nel 2007.