I tempi nuovi (Le gialle di Valerio 193)

Alessandro Robecchi
I tempi nuovi
Sellerio, 2019
Noir

Milano. Marzo 2019. Tre casi nella città che si rianima e galleggia sui soldi, almeno: viene trovato al volante dell’auto il cadavere dell’irreprensibile brillante studente 23enne Filippo Maria Gelsi, jeans calati fino alle ginocchia, mani legate al volante, colpo mortale alla tempia, una strana esecuzione; il 55enne sovrintendente Tarcisio Ghezzi fa confessare alla moglie la segreta indagine che sta conducendo per aiutare la nipotina 14enne della maestra Morganti, terrorizzata da un bullo per alcune foto impudiche, lei in prima liceo, lui in quarta, ricco e figlio di potenti; la magnifica 36enne Gloria Grechi anticipa subito 5 mila euro agli investigatori privati Falcone e Cirrielli della Sistemi Integrati per rintracciare l’amatissimo marito, il 43enne magnifico ricercatore sociologo Alberto Sentieri, inverosimilmente scomparso mentre progettavano il colpo del secolo a danno di furbi criminali. Carlo Monterossi c’entra, c’entra sempre, a lui piace guardare da (troppo) vicino le esistenze degli altri. Quasi subito si capisce che l’omicidio è legato al colpo, Carella e Ghezzi sono i poliziotti sul pezzo, Carlo è amico di Falcone e accetta di ospitare la cliente complice. Pur non volendone più sapere delle storie del cazzo con i morti e i feriti, amando alzarsi a metà mattinata e iniziando ad appassionarsi della “sua” produttrice, la fragrante e acuta Bianca Ballesi, Carlo non riuscirà proprio a stare un attimo tranquillo per molte settimane. D’altra parte, viene pure convocato ai piani alti della Grande Fabbrica della Merda per adattare il programma televisivo del mercoledì Crazy Love ai tempi nuovi, ci vorrebbe proprio che qualcuno costruisse a tavolino più fiducia nella giustizia e nella verità. Ma tutto ha un limite, anche gli agguati.

Il giornalista e autore televisivo Alessandro Robecchi (Milano, 1960) continua la serie metropolitana d’alta qualità, ottimi romanzi con impasti culturali e sociali sempre migliori, densi e appassionanti, emotivamente tesi e ben stesi. La narrazione è in terza varia al presente, perché Monterossi è lo spunto per un protagonista investigativo plurale, le notevoli efficienti coppie Carella-Ghezzi, Rosa-Tarcisio, Falcone-Cirrielli, Gloria-Alberto, con Carlo quasi sempre di mezzo; e poi interessa un poco anche il terremotato equilibrio fra l’uomo grosso elegante e il suo presunto capo criminale, due veri cattivi. Questa volta andiamo un poco più a fondo nel conoscere l’affiatamento familiare a casa Ghezzi e, soprattutto, la svolta esistenziale di Agatina Cirrielli in Smart, giovane esperta responsabile del commissariato Greco-Turro. Si dimette, non gli piacciono le accentuazioni del nuovo corso d’incattivimento diffuso, polizia troppo forte coi poveracci, troppo guanti bianchi con ricchi e potenti, ancora più complicato per una donna. Tarcisio la presenta all’amico di Carlo, l’oscuro Oscar Falcone in Passat, tipo poeta russo poco più che trentenne, abile misterioso investigatore irregolare, che gira senza pistola e mantiene un’immensa ragnatela di contatti senza pastoie burocratiche, appena trasferito nel nuovo centrale funzionale ufficio di via Boscovich. Finiscono di arredarlo insieme, s’intendono subito. Faticano però, come tutti, fortunatamente, a ricostruire la catena del tanto denaro sporco convogliato ogni giorno in quattro basi da vettori inconsapevoli di una banca illegale, riciclato all’estero, in poco tempo riconsegnato poi lavato e stirato ai criminali. Piani sovrapposti: bell’idea di tutti i tempi! Nuovi, invece, sono i tempi dell’Italia xenofoba e razzista che fa da titolo e continuo disgustante sfondo contemporaneo al romanzo, con uno sceriffo pure nuovo agli Interni. Il whisky è sempre giapponese, la colonna sonora imperniata sulla cruciale canzone dylaniana, Brownsville girl, dedicata all’indimenticabile Gloria, che forse purtroppo non incontreremo più, in ben altre faccende affaccendata.

(Recensione di Valerio Calzolaio)

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