Nicoletta Sipos
La ragazza col cappotto rosso
Piemme, 2020
La ragazza col cappotto rosso, nuovo romanzo di Nicoletta Sipos ispirato a una storia vera, riprende molti dei temi di La promessa del tramonto con nuove atroci e dettagliate testimonianze sulla persecuzione nazista in Ungheria e sul successivo e drammatico avvento dell’era comunista e la repentina calata della Cortina di Ferro.
Nives Schwartz, coprotagonista e voce narrante della storia, ignorava che la madre Sara conservasse gelosamente alcuni segreti. Tuttavia dopo la sua morte, inattesa benché fosse ammalata da tempo, sarà costretta a mettere da parte il dolore e ad accollarsi le tante incombenze necessarie per svuotare completamente la casa e ridistribuire i ricordi e le testimonianze di un’intera vita. Ma, quando crederà di aver finalmente portato a termine il suo compito, troverà, seminascosta in cima allo scaffale più alto del ripostiglio, una scatola di latta da biscotti. Dopo averla infilata in un borsone di plastica, la porterà in ufficio e la dimenticherà per giorni prima di trovare il tempo di aprirla. Dentro, solo una vecchia fotografia di due ragazzi sconosciuti, un passaporto ungherese del 1950, altre cianfrusaglie ma anche una lettera in una busta indirizzata a sua madre. Incuriosita, l’aprirà e, benché sconvolta dalla terribile prima frase, continuerà a leggere. Tuttavia forse certi segreti appartengono solo agli altri perché quelle pagine la costringono a confrontarsi all’improvviso con un mondo di spaventose verità, ignorate per più di mezzo secolo.
Una donna, dal tono un’amica, di nome Bekka Kis aveva scritto nel 1965 una lunga lettera a sua madre, confidando le proprie angosce, la indimenticabile sofferenza di essere sopravvissuta alla Shoah, la perdita di coloro che amava e soprattutto la convinzione di non aver saputo impedire, per mero istinto di sopravvivenza o forse per vigliaccheria, la morte di tanti. Da quel momento, Nives sente di dover ritrovare Bekka Kis. Sarà una difficile ricerca, e poi un tuffo nei segreti più intimi della sua famiglia, per riportare alla luce tante incomprensibili verità legate a Bekka, o meglio Rebecca Fischer, l’indomita e decisa protagonista del romanzo, diciassettenne ebrea della buona borghesia, figlia di un antiquario di Szeged. Orfana di madre, il padre, la matrigna e tutta la famiglia non le hanno mai voluto imporre precisi vincoli, Bekka è una specie di sfrenato e scatenato maschiaccio, che ama studiare e dipingere. Capacità che la porteranno prima al collegio ebraico di Budapest poi addirittura farsi accettare all’Accademia nazionale d’arte. Ma siamo nell’autunno del 1943, il resto del mondo è in tumulto e l’innamoramento di Bekka, ricambiato, per il figlio del suo professore di pittura non fermerà la catastrofe che nella primavera del 1944 sta per infrangere il suo universo. Un occasionale viaggio di ritorno a casa per correre al capezzale della nonna materna infatti la farà cadere, a fine maggio, con tutta la famiglia, in una retata nazista, strappandola alla sua vita. È un’indomita ribelle che lotta per sopravvivere con una determinazione che le vale il rispetto dei suoi aguzzini. L’ultimo regalo dei genitori – un bellissimo cappotto rosso – diventerà il suo talismano. L’unico simbolo di quella che pareva una resistenza impossibile, l’unico raggio di speranza quando sembra che non resti più niente.
Romanzo emozionante e coinvolgente, per la commovente confessione/rivelazione di Bekka alla figlia della sua vecchia amica Sara. La storia di uno splendido amore che è andato oltre la morte ma anche la storia di un percorso durissimo, un lungo e triste percorso che va dalle prime persecuzioni, all’inferno del viaggio verso il campo di smistamento di Auschwitz, alla miracolosa fuga e alle successive infinite scelte e peripezie per salvarsi. Un viaggio nel cuore più fragile e dilaniato della Seconda guerra mondiale, la spiegazioni di quell’inconscio e irrazionale senso di colpa per avercela fatta che solo i sopravvissuti possono provare. Ma sarà anche la storia di un amore più forte della guerra, della separazione. Più forte della morte. Un romanzo che racconta di quel cupo dolore dentro, che in un certo senso segnerà tutta la vita di Bekka. Quel suo sentirsi un granello di sabbia tra milioni di altri sterminati, annientati dalla implacabile e perversa follia di un solo uomo.
Un libro che consiglio: bisogna leggere queste buie pagine di storia anche solo per coltivare la speranza che quanto di orrendo e inutilmente crudele accadde allora non debba ripetersi mai più.
Nicoletta Sipos è sposata, madre di quattro figli e nonna di sei nipoti. Dopo avere vissuto in Ungheria, in Germania e negli Stati Uniti risiede da tempo a Milano. Ha mezzo secolo di esperienza in quotidiani e settimanali. Ha pubblicato Il buio oltre la porta e Perché io no, entrambi per Sperling & Kupfer, e La promessa del tramonto (Premio Giuditta 2018) per Garzanti. Due suoi romanzi – Favola in nero e Storia di Chiara – sono apparsi in tedesco presso Zebulon Verlag.