Gu Byeong-mo
Artiglio
Mondadori, 2021
Traduzione di Lia Iovenitti
Recensione di Patrizia Debicke
Metropolitana di Seoul, venerdì sera. Come in ogni metropoli del mondo, una folla di perfetti sconosciuti sono pigiati uno all’altro. E c’è odore quasi insopportabile di carne alla brace, aglio e alcol appena qualcuno dei passeggeri apre la bocca. È quasi week-end, tutti anelano due giorni di riposo in attesa della successiva settimana, e poi mese, e poi forse anno che dovranno venire.
Alla fermata, quando le porte che si aprono vomitano fuori il grosso dei lavoratori, sale lei: capelli grigi sotto un cappello di feltro beige, soprabito leggero verde militare di taglio semplice su una camicia a fiorellini delicati e pantaloni neri dritti. Al braccio porta una borsa marrone di media grandezza, con il manico. È una donna anziana, ha sessantaquattro anni all’anagrafe, anche se le profonde rughe scavate sul volto potrebbero farla sembrare più vecchia. Una vecchia donna come altre, assolutamente anonima, quasi invisibile e quello è il suo segreto e la sua forza. Nulla infatti, nel suo aspetto o nel suo atteggiamento, appare strano, insolito, degno di suscitare curiosità o attenzione. La sua maggiore abilità è sembrare solo una vecchietta qualunque, non farsi mai notare e riuscire a mantenere sempre e ovunque profilo basso e sangue freddo.
Lei: Artiglio, questo è il nome in codice con il quale da anni figura nel libro paga segreto dell’Agenzia. Un assassino a pagamento, abile e spietato, forse il migliore, che si distingue con un nome guadagnato sul campo, soprattutto perché si serve con rara maestria di un coltello che nasconde accuratamente in borsa, sotto il coperchio di una lente. Metodo prescelto: un bagno di cianuro di potassio sulla lama che, una volta entrato nella circolazione sanguigna del bersaglio, in pochi secondi paralizza il sistema nervoso. Un sistema così pericoloso che persino lei deve maneggiare la lama grande con attenzione. E tuttavia in quarant’anni di lavoro, da quando opera come “disinfestatore” a pagamento per l’Agenzia, non ha mai fallito. Tutta una vita di letali incarichi eseguiti puntualmente, con freddezza e senza mai lasciare traccia.
Ma ultimamente c’è qualcosa che la rode. Forse la solitudine, la totale mancanza di affettività comincia a pesarle? Persino il suo cane, unico compagno di casa appena tollerato, perde colpi. Magari è la spia che qualcosa in lei sta cambiando? Forse ha bisogno di condividere la sua vita con qualcuno, non ne può più della solitudine con cui per anni ha convissuto alzando barriere verso chiunque avesse occasione di incontrare. E per di più comincia ad accusare qualche piccolo acciacco, segnale spietato che l’ora della pensione si avvicina. In fondo ha messo da parte abbastanza per ritirarsi.
Però nell’Agenzia finora non ci sono mai stati problemi. Anzi, tutti la conoscono e, a partire dal Direttore, la stimano e assecondano il suo ostinato desiderio di riservatezza.
Solo Torero, un collega giovane e sfrontato, esibisce, di proposito, uno strano atteggiamento nei suoi confronti. Cerca di vederla. Le sta addosso come un mastino e la prende in giro, insolente al limite dell’offesa. Per quale motivo? Invidia, oppure la perseguita con la volontà di scalzarla?
Sarà questa la ragione per cui, per la prima volta in quarant’anni, mentre è pronta a colpire il suo bersaglio, esita, rimanda e infine rinuncia? Qualcosa non quadra, bisogna riscattarsi ma soprattutto capire. Quando l’incarico successivo è uccidere un uomo anziano, un piccolo bottegaio sempre gentile e disponibile che Artiglio conosce e stima, si renderà conto che gatta ci cova. Questo nuovo bersaglio nasconde qualcosa, qualcosa di talmente insondabile da convincerla a non portare a termine il suo compito. Una scelta azzardata, molto rischiosa. Una scelta che la costringerà a scoprire l’agguato teso da qualcosa accaduto in passato. Qualcuno brama vendetta e ha trovato il modo di tornare a cercarla.
L’autrice sudcoreana Gu Byeong-mo ci consegna un romanzo particolare, con spazi, tempi e azioni legate a un mondo per certi versi a noi lontano, pur permeato e forse inquinato dalle nostra realtà occidentale. Un romanzo che scava a fondo nell’anima e indaga nelle azioni della protagonista e degli altri personaggi che le fanno ala. E dunque forse più della storia contano i personaggi che con sottile abilità Gu Byeong-mo riesce a rendere veri, diretti, addirittura palpabili.
Più che un thriller o un giallo d’azione, Artiglio è un storia venata di sottile ma crudele umorismo che ci offre l’occasione di avvicinare, conoscere e apprezzare un’eroina limpida e divertente a suo modo, benché sia dotata di una sua tragica malinconia e decisamente fuori da ogni schema.
Con lo scorrere delle pagine infatti il romanzo si trasforma in quella che potrebbe e dovrebbe essere una meditata riflessione sulla vita, sulla fortuna ola sfortuna di certe scelte obbligate e su come confrontarsi con il tempo che tutti noi abbiamo a disposizione.
Gu Byeong-mo è una scrittrice sudcoreana, nata a Seoul nel 1976. Ha studiato letteratura coreana alla Kyung Hee University e ha lavorato come editor. Nel 2009, il suo romanzo d’esordio Wizard Bakery ha vinto diversi premi e ha avuto un ottimo riscontro internazionale. Artiglio è in corso di traduzione in diversi paesi.
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