Edward Rutherfurd
Cina
Mondadori, 2021
Traduzione di Sara Crimi e Laura Tasso
Recensione di Patrizia Debicke
Torna l’ineguagliabile maestro della saga storica con un viaggio in Cina, divertente ed educativo, attraverso la ricca e complessa storia, la geografia, l’arte e le diverse culture che si rispecchiavano e convivevano nel paese a partire dalla Prima guerra dell’oppio nel 1839.
Rutherfurd riporta in vita l’essenza di un immenso impero dall’altra parte del mappamondo mettendo in primo piano le vicende travolgenti e burrascose di tante persone e paesi che contribuirono a fare quella storia.
Un altro mondo che per millenni si era creduto diverso, superiore, che come per incantesimo o condanna ancestrale continuava a seguire e rispettare le concezioni di vita strettamente intrecciate ad antiche tradizioni.
La Cina del Diciannovesimo secolo era un impero antico in cui convivevano diverse civiltà e modi di pensare. La dominazione mancese non aveva rivoluzionato la ieratica ritualità e burocrazia Han. L’impero cinese, superbo, isolato da secoli, continuava a opporre un muro di assoluta incomunicabilità con il resto del mondo, certo che l’unica via giusta per vivere e prosperare fosse la sua, tradizionale e millenaria. Il sacro suolo della Cina era del tutto proibito agli stranieri e ben deciso a difendere i propri confini dalla contaminazione dei rapporti e dalle invasioni espansionistiche commerciali europee, russe e americane.
Gli occidentali, e i britannici in particolare, volevano il tè, che veniva importato dalla Cina perché allora la Cina era l’unico Paese o quasi in cui veniva coltivato. I commercianti cinesi invece compravano l’oppio, prodotto solo in India, soprattutto nel Bengala, attraverso gli europei che disponevano di speciali concessioni per i loro fondachi (magazzini) a Canton, unica città dell’impero che tollerava la presenza degli stranieri in un’enclave vicino al porto, e lo pagavano in argento. Quello stesso argento che veniva subito dopo usato per acquistare il tè.
Altrettanto ufficialmente in Cina il commercio dell’oppio, droga ambita ma considerata un prodotto di lusso riservato a pochi fortunati benestanti, era severamente proibito, ragione per cui gli europei e gli americani dovevano far ricorso ad avventurieri locali e a pirati occidentali per farlo pervenire di contrabbando fino a Canton. Un fiorente commercio sul quale, su spinta dei mercanti, tutti gli alti funzionari locali ben foraggiati chiudevano allegramente un occhio, fino a quando l’imperatore cinese inviò a Canton il viceré Lin, con l’incarico formale di bloccare quell’abominio a ogni costo. Una mossa inizialmente vincente, ma anche una scintilla che si rivelò in grado di far scoppiare la guerra dell’oppio, che dette il via a un lungo periodo di sanguinose sconfitte militari, ritirate e trattati unilaterali, noto in Cina come il Secolo dell’Umiliazione.
Una drammatica era di lotte e di rivolte sanguinose che pian piano coinvolgerà tutto il Celeste Impero, dalle ricche fattorie alle squallide capanne dei contadini, dai villaggi a Hong Kong, dalla ieratica e immensa realtà di Pechino alla Grande Muraglia, dalle esotiche e straordinarie meraviglie del Palazzo d’Estate alla Città Proibita.
Rutherfurd mette a confronto due diversi mondi e tradizioni. A cominciare da britannici e americani, di buon livello culturale ma desiderosi di fare fortuna a ogni costo per poi tornarsene in patria a goderne i proventi. Per poi provare a capire certe rigide tradizioni di obbedienza e sapere mandarine, e cosa fu il loro impatto e contrasto con il dominio manciù. Incontreremo, in un villaggio del sud, una giovane e bella moglie condizionata dalle rigide tradizioni del suo popolo. Faremo la conoscenza di fanatici ribelli Taiping e Boxer, astuti pirati cinesi, artisti, concubine, canaglie ed eroi e, passando dall’altro lato della barricata, in veste di preziosi interpreti missionari colmi di buone intenzioni, rapaci mercanti, e poi diplomatici, e i tanti soldati che si batterono per l’Occidente. Ci saranno amori, fortunati o sfortunati.
Ai vertici del celeste impero, crudeli imperatrici guerriere manciù, potentissimi e spietati eunuchi che si scontravano in guerre implacabili e infinite. Le fortuna in quegli ambienti poteva salire come scendere e bastava un soffio per portare al patibolo.
Una storia memorabile e sfaccettata, raccontata da entrambi i lati dello spartiacque, in cui nessun punto di vista è stato trascurato o prevale sugli altri. Una storia che, attraverso un caleidoscopio di scene sbalorditive e indimenticabili, restituisce l’affresco dello scontro tra due opposte visioni del mondo e due culture molto, forse troppo, diverse.
Un’altra Cina che saprà affascinare, istruire ed entusiasmare, mostrandoci come erano le cose una volta e come il diciannovesimo secolo abbia costretto alla rivoluzione e alla rinascita la Cina moderna, quella attuale.
Con la sua consueta dotta maestria, Edward Rutherfurd ci regala un’altra saga, un romanzo affascinante, istruttivo e molto coinvolgente in cui si intrecciano perfettamente realtà e finzione. Un libro che si fa leggere e lascia il segno.
Edward Rutherfurd è nato a Salisbury, in Inghilterra, nel 1948 e ha vissuto per molti anni a New York. È diventato famoso in tutto il mondo nel 1987 con Sarum, cui sono seguiti Russka, London, La foresta, I principi d’Irlanda, I ribelli d’Irlanda, New York e Paris. I suoi romanzi sono pubblicati in Italia da Mondadori.
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