Il Francese – Massimo Carlotto

Massimo Carlotto
Il Francese
Mondadori, 2022
Recensione di Patrizia Debicke

Massimo Carlotto, autore amatissimo, ironico, pungente, talvolta etichettato come l’inventore del noir all’italiana, esce per il Giallo Mondadori con un nuovo accattivante personaggio, Il Francese. La storia è ambientata a Padova ed è dedicata a Stefano “Steve” Di Marino, indimenticabile amico, poliedrico, geniale e creativo scrittore mai abbastanza apprezzato.
Antonio “Toni” Zanchetta, un macrò secondo Carlotto, è detto Il Francese, ma è nato in Veneto, in una cittadina di provincia. Ha quarantasei anni, vuole continuare a lavorare fino a cinquanta e mettere da parte abbastanza grana per smettere e vivere senza pensieri. Gestisce con piglio aziendale, condito da buona conoscenza di marketing, la sua attività: una “maison” di escort di classe, dodici belle donne, dodici Mademoiselles, come le chiama lui.
Un giro medio-alto (commercianti, imprenditori e professionisti del Nordest), redditizio senza sbavature, destinato a una borghesia di livello, una clientela che paga sull’unghia senza contrattare e vuole divertirsi, togliendosi qualche sfizio, ma mai in modo eccessivo o perverso.
Le ragazze reclutate nella Maison, tutte venete tranne una abruzzese, lavorano solo nelle case e negli hotel con un nome di battaglia dal sapore straniero, d’oltralpe, e ognuna “interpreta” un diverso personaggio, studiato da Toni per stuzzicare la fantasia dei clienti: dalla pin-up d’altri tempi, alla studentessa, alla manager di successo… Lavorando per lui, che procura la clientela, guadagnano bene, in netto la metà dell’incasso, quasi come socie alla pari, ma tutte devono adeguarsi alla sue regole: niente droga, niente traffici sporchi. Nel caso, non si perita a tagliare subito e con cauta discrezione i rami secchi. Il Francese sa come muoversi senza dare nell’occhio. Conosce a menadito le sfumature del mestiere e i suoi rischi. Ha fatto il rodaggio per anni agli ordini di altri, più duri e pericolosi, gli albanesi, adottato da un boss della vecchia guardia, Taulant Kasapi, con cui non ha mai interrotto i contatti.
Agli inizi della carriera, a Milano, il suo compito era quello di proteggere la merce, di solito ragazze dell’est. Anche se non aveva mai giocato a tennis, teneva in macchina un borsone sportivo e si serviva della racchetta se doveva picchiare. Sistema efficace sia per rimettere le cose a posto che per non suscitare sospetti in un eventuale controllo della polizia.

Salvo qualche minimo inconveniente presto tamponato, tutto da tempo fila liscio come l’olio e garantisce al Francese una vita piacevole anche dal punto di vista sentimentale, con una soddisfacente liaison con una ricca ma trasgressiva rappresentante della haute locale e un bel reddito da accumulare, fino a quando una bella ragazza tra le più giovani della scuderia, la ventitreenne Serena Perin, in arte Claire, scompare nel nulla.
Una misteriosa sparizione che stravolge il perfetto equilibrio della Maison. La scomparsa di Serena farà entrare in campo la polizia, guidata dalla volitiva e minacciosa commissaria Ardizzone. Per Toni Zanchetta è un vero guaio. Da tempo era nel mirino… Un guaio, perché lui è l’ultimo ad averla vista viva, cosa che lo mette in testa alla lista degli indagati, e la sua dichiarazione di averla accompagnata in macchina dietro all’albergo dove la ragazza aveva un appuntamento, e là lasciata, è sì supportata dalla telecamere, ma le stesse telecamere mostrano anche che Serena/Claire subito dopo ha fatto dietrofront.
Per andare dove?
Mistero, perché da quel momento di lei non sa più nulla.
L’Ardizzone tampina il Francese senza lasciargli tregua.
Per venirne fuori, il Francese sarà costretto a infilarsi in un gioco pericoloso dove quasi nessuno rispetta le regole, subire il ricatto e cedere la scuderia. Poi, per ritornare a galla, dovrà provare a scagionare sé stesso con le armi che ha a disposizione: un eccezionale intuito che gli consente di analizzare e valutare le persone, la capacità di manovrare la gente e i soldi che per ora non gli mancano.
Con ritmi, ambienti e atmosfere che richiamano piacevolmente certi toni noir poliziotteschi cari a tanti autori francesi, ma che non dimenticano di fare l’occhiolino a Hitchcock, Carlotto mette in scena un protagonista molto particolare, che incuriosisce e piace, obbligato a darsi da fare per tirarsi fuori dalle rogne e affrancarsi da grossi ma giustificati pregiudizi. Inserito in un “mondo” gremito da donne decise, disinvolte, magari senza scrupoli e tuttavia sempre pronte a battersi per risolvere le questioni più complicate, tanto che potrebbero anche costringere Zanchetta a cambiare idea.
Massimo Carlotto s’inventa una trama ingegnosa dal ritmo narrativo veloce e intrigante e ci regala anche un nuovo tagliente spaccato della società che vive e vegeta nel suo Nordest. Come lui sa fare e bene, i tanti personaggi, che inquadra con bravura fisicamente e psicologicamente, sanno celare il loro lato più oscuro. E il Nordest, “terra del Nero e dei maghi dell’evasione”, comunque lo si guardi pare peggio di una palude pronta a inghiottire ogni cosa.

Massimo Carlotto è nato a Padova nel 1956 e vive a Cagliari. Scoperto dalla critica e scrittrice Grazia Cherchi, ha esordito nel 1995 con il romanzo Il fuggiasco, vincitore del premio del Giovedì 1996. Ha inoltre scritto altri undici romanzi, tra i quali La verità dell’Alligatore, Il Mistero di Mangiabarche, Le Irregolari, Nessuna cortesia all’uscita (premio Dessì 1999 e menzione speciale della giuria premio Scerbanenco 1999), Il corriere colombiano, Arrivederci amore, ciao.

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