Books To Die For: omaggio dei crime writers alla letteratura di genere di tutti i tempi

È uscita alla fine di agosto la monumentale, epica raccolta Books to Die for (Hodder and Stoughton, 2012), a cura di John Connolly e Declan Burke. Si tratta di un tomo ponderoso (oltre 700 pagine) ma imperdibile per gli appassionati del giallo, ricco di informazioni e di agevole consultazione.

A circa 120 autori di crime, viventi e pubblicati in tutto il mondo, è stato chiesto di segnalare il romanzo che li ha “segnati”, quello di cui parlerebbero al bar con un amico e che regalerebbero senza esitazione. Ciascuno di loro ha espresso una (e una sola) preferenza, motivandola.
Il risultato è una impressionante sequenza cronologica di altrettanti romanzi più o meno celebri, strettamente inerenti al canone, pubblicati tra il 1841 e il 2008 e accomunati dall’essere dei must-have-and-read. Si va dai racconti di Auguste Dupin (Edgar Allan Poe) all’ultimo romanzo di Mark Gimenez. Scopriamo così che alcuni scrittori contemporanei hanno gusti insospettabilmente classici, visto che vengono citati autori datati (ma evidentemente intramontabili) come Charles Dickens, Agatha Christie, Arthur Conan Doyle, Dashiel Hammett.

Tra i “mostri sacri” intervistati spiccano nomi notissimi, praticamente tutti: Michael Connelly, Jeffery Deaver, Lee Child, Deon Meyer, Jo Nesbo, Elmore Leonard, James Sallis, George Pelecanos, Dennis Lehane, Leonardo Padura, Jean-Cristophe Grangé, Kathy Reichs, Ian Rankin, Sophie Hannah, Val McDermid, Anne Perry, Sara Paretsky, Karin Slaughter, Carol O’Connell, Mark Billingham, David Peace, Minette Walters, Peter James, Joe Lansdale, Laura Lippman, John Banville, Liza Marklund… Alcuni fra questi sono a loro volta citati dai colleghi. La gran parte, noterete, sono di area anglosassone in senso lato (inclusi cioè il Canada e l’Australia), ma non mancano scandinavi, spagnoli, sudamericani, francesi e perfino cinesi (Qiu Xiaolong, who else?). L’elenco completo dei contributors lo trovate qua.

Gli autori citati, invece (ma non il libro prescelto!), li trovate qua. E alcuni, udite udite, non sono solo autori di crime. Basti pensare a Douglas Adams, noto per la mai troppo celebrata Guida galattica per gli autostoppisti. Che ci fa Douglas Adams in tale spettabile consesso? (Io lo sapevo già, ma io non faccio testo :)).
E che dire di J. M. Coetzee, Nobel per la letteratura nel 2003?

E gli italiani? Nessuno è stato citato. Sembra che il nostro Paese non abbia prodotto letteratura di genere degna di passare alla storia: eppure, che ne so, magari Il nome della rosa mi sarei aspettato di vederlo citato (e in effetti secondo il co-curatore John Connolly avrebbe dovuto essere inserito, insieme ad altri che, rimasti incolpevolmente fuori dall’elenco, sono menzionati on line come bonus materials).

Ma.

Un autore italiano è stato intervistato, insieme ai mostri sacri di cui sopra, e ha espresso una preferenza molto raffinata, seppure straniera. L’autore nostrano è Elisabetta Bucciarelli. La preferenza… non ve la dico, dovrete scoprirla da soli in Books to Die for.

Disponibile anche in ebook:

Se vi state chiedendo perché ci sono due copertine diverse, è dovuto al fatto che l’edizione già disponibile è quella inglese (qua sopra), mentre quella americana (foto in alto) uscirà ad ottobre 2012.

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