Stefano Ardito
Le esplorazioni e le avventure che hanno cambiato la storia
Newton Compton, 2018
Alcuni importanti istanti della storia dell’esplorazione e dei viaggi sono famosi in tutto il mondo. Quadri indimenticabili come lo sbarco del 12 ottobre 1492 di Cristoforo Colombo nell’isoletta di San Salvador (che credeva fossero le Indie), circondato da marinai e soldati spagnoli e affiancato da religiosi in preghiera, oppure l’atterraggio di Charles Lindbergh al Bourget, dopo la trasvolata dell’Atlantico davanti a più di centomila persone in festa. L’arrivo di Hillary e Tenzing sulla vetta, gli 8848 metri, dell’Everest, nella solitudine più totale, dopo ben trent’anni di tentativi e tante vittime perite nel tentare l’impresa. A ricordarci altri memorabili momenti, contano soprattutto alcune storiche frasi. Come nell’incontro a Ujiji, sulle rive del lago Tanganyika, quando Henry Stanley, che stava cercando da un anno il collega grande esploratore, si rivolse all’uomo, finalmente in piedi davanti a lui, dicendo : «Doctor Livingstone, I presume?». E come dimenticare i primi passi di Neil Armstrong sulla Luna (negati allo spasimo da tanti isterici complottisti). Era notte fonda in Italia, ci avviavamo verso l’alba quando l’astronauta dell’Apollo 11, prima di lasciare la scaletta del LEM, comunicando con il controllo di Houston e con il mondo intero, coniò indissolubilmente un’altra frase che ha fatto storia: «Un piccolo passo per un uomo, un grande balzo per l’umanità».
Partire, viaggiare, esplorare, andare sempre avanti fino a scoprire cosa c’era al di là dell’orizzonte fu sostanziale per l’uomo, a cominciare dalla preistoria. Se i primi gruppi di Homo sapiens abbandonarono l’Africa per risalire verso l’Asia e l’Europa, affrontando la crudeltà della natura, le eruzioni vulcaniche, le bestie feroci e tutte le altre pericolose trappole, avessero potuto e saputo scrivere, avremmo a disposizione le appassionanti cronache delle loro avventure. E invece ne sappiamo solo qualcosa, ricostruito attraverso le poche tracce pittoriche murali di grotte millenarie – purtroppo però non sufficienti a inserirle in questa ordinata raccolta di storie con nome, cognome e data – delle grandi esplorazioni dei fenici, per proprio conto o mossi da intenti commerciali e in seguito su incarico degli egizi. Fu la regina egiziana Hatshepsut infatti, più o meno nel 1500 avanti Cristo, a spedirli in perlustrazione verso la “Terra di Punt”, il nome allora della costa orientale dell’Africa. Circa mille anni dopo due coraggiosi comandanti cartaginesi, Imilcone e Annone, navigarono nell’oceano Atlantico verso la Gran Bretagna e si spinsero fino al Sudafrica. Purtroppo, però, né i pochi documenti ritrovati nell’antica Cartagine, né i geroglifici del magnifico tempio di Deir-el-Bahari (monastero del mare) o altri favolosi edifici dell’Egitto antico, ci consentono di provare queste imprese facendo passare dal mito alla storia quegli straordinari viaggi. E invece per fortuna, grazie agli storici greci, sappiamo quasi tutto della fantastica spedizione di Alessandro Magno che dalla Macedonia raggiunse l’Asia Minore per poi attraversare la Persia e spingersi fino all’India. Vittoriosa spedizione di conquista, compiuta tra il 334 e il 323 avanti Cristo, che si concluse con la morte del giovane sovrano condottiero a soli trentatré anni. Dobbiamo a Tito Livio, e in seguito ai tanti altri puntuali storici dell’Urbe, la dettagliata ricostruzione delle imprese di conquista di Giulio Cesare e dopo di lui per secoli dei vari generali e imperatori romani in Gallia, Britannia e in Oriente. Sappiamo come fu il viaggio di Annibale dalla Spagna all’Italia, con il cartaginese accompagnato dal suo esercito di fanti, cavalieri ed elefanti. La traversata dei Pirenei e delle Alpi fu un’impresa colossale ed eccezionale da ogni punto di vista.
La colta impostazione del libro ha scelto di non includere le campagne esclusivamente militari. Ardito ha preferito non descrivere le sanguinose spedizioni cinquecentesche di Hernán Cortés in Messico, e di Francisco Pizarro in Perù e nel resto dell’impero degli Incas. Ciò nondimeno, quando si parla di storia del mondo, il confine tra imprese militari e quelle di scoperta che le hanno precedute (e perciò rese possibili) spesso è molto labile. Senza Cristoforo Colombo e le sua spedizioni attraverso il “Mare Oceano”, e i viaggi di Vasco Núñez de Balboa nelle selve di Panama e di Francisco de Orellana sul Rio delle Amazzoni, le successive campagne dei sanguinari conquistadores non sarebbero mai state possibili. Certo le epidemie e il barbaro e sfrenato sfruttamento economico, che hanno portato gli indios dell’America centrale e dei Caraibi verso la quasi totale estinzione, non attraversarono l’Atlantico al seguito di Pizarro e Cortés, ma a bordo della Santa Maria, la Pinta e la Niña, le tre caravelle del navigatore genovese. Il confine tra viaggio di esplorazione e conquista è molto labile anche se ci si rifà ad altre epoche e altri luoghi. Il capitano britannico James Cook, formidabile protagonista dell’esplorazione degli oceani, è animato solo da intenti pacifici ma per difesa deve ospitare sulle sue navi reparti armati di Royal Marines. Per forza, anche perché la sua spedizione geografica si muove a bordo di navi della Royal Navy. Anche James Cook, come migliaia di altri ufficiali, marinai e soldati, si trasformerà in un ingranaggio per la realizzazione del più grande impero della storia. Quell’impero dove un secolo dopo, al tempo della regina Vittoria (come era stato nel 1500 con quello di Carlo V), il sole non potrà mai tramontare. Ardito ci racconta le tante storie di personaggi leggendari che hanno raggiunto i confini del mondo e oltre, uomini che dalla scoperta dell’America sono arrivati allo sbarco sulla Luna, dalle vette di Machu Picchu, ai ghiacci dell’Antartide, che hanno risalito il Nilo fino alle sue sorgenti e che ha saputo scalare quello che sembrava l’irraggiungibile Everest. Viaggiare ed esplorare hanno sempre esercitato sullo spirito dell’umanità un’irresistibile attrattiva. Spingersi verso i confini del mondo, fin dall’antichità, è stata la sfida e la risposta a un’incoercibile volontà di conoscenza e sete di avventura. L’esplorazione è elemento fondamentale nella storia dell’uomo. Per terra o per mare, tra le montagne o nel deserto, nessuna impresa è mai stata davvero impossibile e spesso solo la determinazione del singolo ha spinto in avanti il mondo intero. Nessuna sfida è stata impossibile. L’Amazzonia e il Sahara, l’Antartide e il deserto di Gobi. E poi l’Everest, le Ande, la Luna, gli oceani più tempestosi della Terra. Questo libro racconta le avventure di Marco Polo e di Cristoforo Colombo, di Ferdinando Magellano e di James Cook, di Henry Morton Stanley e Charles Darwin, del Duca degli Abruzzi e di Fosco Maraini. Con uno occhio attento e di riguardo rivolto ai moderni esploratori, quali Reinhold Messner, Neil Armstrong, Mike Horn e Simone Moro. Una storia delle vette alle quali può arrivare la grandezza umana, capace di offrire ricordi e nuove emozioni anche al lettore di oggi.
Tra gli argomenti trattati:
1255-1269. Marco Polo e la sua avventura in Cina
1492-1494. Cristoforo Colombo e il primo sbarco nelle Americhe
1519-1522. Il giro del mondo di Ferdinando Magellano
1776-1779. L’ultimo viaggio del capitano James Cook
1831-1846. La grande esplorazione di Charles Darwin
1874-1877. Henry Morton Stanley traversa l’Africa da Zanzibar al Congo
1912. Conquista e tragedia, Amundsen e Scott al Polo Sud
1914-1916. L’odissea antartica di Ernest Shackleton
1928. Umberto Nobile, il dirigibile Italia e la Tenda Rossa
1947. Thor Heyerdahl traversa l’Oceano Pacifico sul Kon-Tiki
1969. Neil Armstrong, Buzz Aldrin e l’Apollo 11 sbarcano sulla Luna
1989-1990. Reinhold Messner e Arved Fuchs attraversano l’Antartide sugli sci
1999-2000. Mike Horn sulla linea dell’Equatore
Stefano Ardito è una delle firme più note e prestigiose del giornalismo di montagna e viaggio. I suoi reportage compaiono sulle maggiori testate italiane. Con la Newton Compton ha pubblicato 101 storie di montagna che non ti hanno mai raccontato, 101 luoghi archeologici d’Italia dove andare almeno una volta nella vita, Le grandi scalate che hanno cambiato la storia della montagna e Cammini e sentieri nascosti d’Italia. Nel 2015 ha vinto il Premio Cortina Montagna. Le esplorazioni e le avventure che hanno cambiato la storia è il suo ultimo libro.