Antonio Gramsci
Sherlock Holmes & Padre Brown. Note sul romanzo poliziesco
Marietti Bologna, 2019
In carcere. 1926-1937. Nel novembre 1926 la dittatura fascista arrestò Antonio Gramsci (1891-1937) da deputato in carica, reo di niente. Non ne uscì più. Sei mesi dopo lui rispose a una lettera della madre per rassicurarla: “la mia vita scorre sempre uguale. Leggo, mangio, dormo e penso. Non posso fare altro.” Le chiese dei familiari, scherzò con lei e ricordò che le galline di casa gli avevano “rovinato tre o quattro romanzi di Carolina Invernizio (meno male!)”. Da prigioniero politico, sottoposto a vessazioni e crudeltà, scrisse Lettere e Quaderni che sono una pietra miliare della letteratura italiana, riflettendo un po’ su tutti i nostri usi e costumi, anche sui generi letterari, anche su protagonisti e metodi di giallisti british celebri (allora e sempre) come Conan Doyle e Chesterton.
A Bologna nel 2017 si organizzarono conferenze sulle sue riflessioni, ora un agile volume riporta alcuni passi gramsciani e tre interessanti brevi saggi (Zaccuri, Chiara Daniele, Jean-Louis Ska).
(Recensione di Valerio Calzolaio)