Giancarlo De Cataldo
Alba nera
Noir
Rizzoli, 2019
Roma, soprattutto. Dicembre 2018. Due giovanotti della pandilla di Giardinetti, gang di latinos, stanno per dare il colpo di grazia a una ragazza torturata a morte (da altri). Grazie alla soffiata di un informatore di fiducia, all’ultimo momento interviene il possente commissario Gianni Romani, atletico chiuso serio integerrimo puritano passionale carismatico, un tempo soprannominato il Biondo. Li blocca e scopre che potrebbe esserci una connessione con un vecchio caso che aveva affrontato quasi dieci anni prima insieme agli altri due migliori allievi del corso 2006-2008 per commissari della Scuola superiore di polizia: Giannaldo Grassi, esile simpatico povero timido arrampicatore sociale, chiamato dr. Sax in quanto discreto musicista col suo strumento preferito, e Alba Doria, infanzia dorata con padre diplomatico e madre insopportabile, alta e magrolina, bella intelligente arrogante, capelli mogano castani, occhi luminosi sul verde con taglio obliquo, zigomi alti, ovale delicato, collo da cigno, che alla fine li aveva stracciati nettamente e sorprendentemente nella gara di tiro al poligono di Nettuno. Si erano occupati del caso della Sirenetta, una giovane straniera uccisa da un sadico; nel tentare di risolverlo avevano commesso errori e si erano coperti a vicenda. Romani li ricontatta, li convince che forse l’antica soluzione non era quella giusta, discutono a lungo (rievocando il passato), hanno avuto percorsi e carriere diverse. Biondo e Alba erano stati insieme per un po’, lui è magari ancora innamorato, lei si sente attanagliata dal male della Triade Oscura, prova insieme attrazione e repulsione. Grassi aveva sposato Luisella, la figlia colta e bruttina di un potentissimo capo dei Servizi, si muove ormai nei meandri dei poteri istituzionali e finanziari. La nuova indagine si rivela ben presto piena di imprevisti e di pericoli, inevitabilmente rischiano la loro vita.
Un nuovo bel romanzo noir per lo scrittore giudice Giancarlo De Cataldo (Taranto, 1956), che riprende e rilancia la protagonista di un recente racconto lungo (nel volume collettaneo “Sbirre”). La seconda avventura si svolge qualche mese dopo la riuscita caccia al serial killer, Alba ne ha ricavato la consapevolezza di un forte disturbo della personalità (altro che “post-traumatico”) e va regolarmente dall’analista, che la considera un poco folle e pericolosa. La Triade Oscura è una silenziosa compagna di vita, un doppio selvaggio col quale si è condannati a convivere, cocktail di narcisismo, sociopatia e capacità manipolatoria, senza mai attacchi di panico o compassione e spesso invece utile brachicardia o capacità di dominio, lei la ha e si sente una predestinata, tendenzialmente incontrollabile inafferrabile crudele. La godibile narrazione è in terza varia, alternando l’oggi al presente e il pregresso al passato, all’inizio più il secondo, sempre meno, finché non prevale la rischiosa complicata indagine contemporanea. Tutta noir in un contesto oscuro, fra pecore nere e divisioni nere, operazioni che lo Stato (il governo di turno, pro tempore) ha tutto l’interesse a fare ma che non può ammettere di aver condotto. Considerati i bisogni sadomaso di individui maschi insospettabili e funzionali, non si può che entrare in Rete fra le Luxuryslaves come Alba Nera Slave (da cui il titolo): ti si apre un mondo! Il vino bevuto meriterebbe una gustosa appendice alfabetica tecnica, aldilà dei vari superalcolici: Biancolella d’Ischia, Castelli romani, Falerno campano, Lettere di Grignano, Nebbiolo, Pinot Nero 2014, prosecco. Pur se non mancano Opera e cantautori, è il jazz a prevalere, trasgressione follia anarchia schizofrenia bastardaggine deformità di tanti suoi irrinunciabili interpreti.
(Recensione di Valerio Calzolaio)