Graham Greene
Il treno per Istanbul
Sellerio Palermo, 2019 (orig. 1932, Stamboul Train)
Traduzione di Alessandro Carrera
Un aprile fra le due guerre. Dal Belgio alla Turchia: Ostenda-Colonia-Vienna-Subotica-Belgrado-Costantinopoli. Scesi dal traghetto della Manica altri passeggeri salgono a bordo del treno tutto pieno che, dopo tre notti, giungerà alla destinazione lontana migliaia di chilometri. Fra gli altri l’ebreo giovane ricco commerciante Myatt in viaggio d’affari, la minuta povera ballerina Coral in cerca della scrittura in un tabarin, il misterioso dottor Czinner rivoluzionario sognatore comunista, una cinica giornalista a caccia di scoop, un furbo ladro attento alle possibili prede, un’umanità “spaventata, insicura, dubbiosa, tragica e dolente” (come scrive Manzini in premessa).
Con la cura (e la postfazione) di Domenico Scarpa, dal 2019 Sellerio sta ripubblicando meritoriamente (con nuova traduzione) il grande scrittore inglese Graham Greene (1904-1991); continua con il quarto, scritto a 28 anni con l’esplicito obiettivo (riuscito) di piacere al grande pubblico, Il treno per Istanbul.
(Recensione di Valerio Calzolaio)