Gianni Zanarini
Silenzio
Doppiavoce Napoli, 2020
Musica e poesia. Vibrazioni sempre intermittenti. Il Silenzio che talora percepiamo (soprattutto di questi tempi) non è riconducibile a un’assenza di increspature, a un vuoto di sensazioni, a una pura assenza di suono, al negativo di un positivo sonoro. Il silenzio si trasforma, non è semplicemente uno sfondo, bensì un’esperienza percettiva. I poeti scrivono sia le parole che i silenzi (al plurale), in parte tutti gli scrittori. I musicisti compongono sia le note che i silenzi (quasi ma non del tutto eguali), in parte tutti gli artisti. Gli interpreti creano suoni e silenzi. A loro volta, ascoltatori e lettori sono attivi creatori di emozioni e significati di suoni e silenzi. Insomma, segni e vuoti sono sempre intrecciati, bisogna riflettere bene per entrare nel cuore della musica. Lo spiega con notevole cultura interdisciplinare l’insigne fisico Gianni Zanarini (Bologna, 1940), già docente anche di Acustica musicale, nella collana “La parola alle parole” diretta da Ugo Leone.
(Recensione di Valerio Calzolaio)