Sylvain Tesson
La pantera delle nevi
Sellerio Palermo, 2020 (orig. 2019)
Traduzione di Roberta Ferrara
Ecologia
Tibet. Qualche anno fa. Durante la proiezione del film sul lupo abissino, il giornalista e grande viaggiatore Sylvain Tesson (Parigi, 1972) incontra il regista e fotografo Vincent Munier e decidono di andare insieme ad avvistare un animale che vive sugli altipiani a nord del Tibet, La pantera delle nevi, Panthera uncia, accompagnati da Marie, compagna cineasta di Munier, e Léo, aiutante di campo e filosofo.
Tesson era già noto come narratore giramondo di solidi principi: l’imprevisto non si presenta mai spontaneamente, bisogna andare a cercarlo dappertutto; il movimento stimola l’ispirazione; la noia corre meno velocemente di un uomo che ha fretta. Il volume racconta in prima persona la loro splendida toccante avventura, il lento avvicinamento, il “sagrato” lassù nella gelida montagna, l’apparizione infine. La Terra è un museo ma Homo sapiens non ne è il custode, anzi inquina, distrugge, estingue ecosistemi e specie (altre). Il libro ha vinto il Prix Renaudot del 2019.
(Recensione di Valerio Calzolaio)