In viaggio coi Bassotti (2)… E buon Ferragosto!
Gli omicidi di Beacon Hill di Roger Scarlett
Frederick Sutton è un uomo che si è fatto da sé. Per anni ha lottato per diventare qualcuno e ora è finalmente riuscito a coronare tutti i suoi sogni: la ricchezza, una splendida casa a Beacon Hill, il quartiere più elegante di Boston, la possibilità di frequentare la buona borghesia della città. Tuttavia, il buon Sutton rimane un parvenu, tanto è vero che l’avvocato Underwood, di cui lui è cliente, accetta con riluttanza un suo invito a cena. La famiglia Sutton è presente al gran completo insieme ad altri ospiti, ma di certo l’avvocato non si aspettava di trovare anche la bellissima e affascinante Mrs Anceney, una delle donne più in vista di Boston, modello di signorilità ed eleganza. Cosa c’entra Mrs Anceney con Sutton? Durante la serata accadono alcuni episodi spiacevoli, ed è dunque con grande sollievo che Underwood, verso le undici, si congeda per tornare a casa. Proprio in quel momento si ode un colpo di pistola provenire dal primo piano della dimora e, quando tutti accorrono per vedere cos’è successo, si trovano di fronte a un corpo senza vita. Ma non è finita qui: a distanza di un paio d’ore un’altra persona viene uccisa sotto gli occhi della polizia. Vero e proprio cult per gli amanti dei “delitti impossibili”, Gli omicidi di Beacon Hill viene presentato in edizione italiana per la prima volta
Se muoio prima di svegliarmi di Sherwood King
Ispirandosi a questo romanzo del 1938, Orson Welles diresse nel 1946 il celeberrimo film La signora di Shanghai, interpretato da Rita Hayworth e dallo stesso regista. Welles spiazzò pubblico e critica, così come il lettore resterà spiazzato dalle svolte sorprendenti nell’intreccio di questo piccolo capolavoro della letteratura noir. Scritta in uno stile immediato e asciutto, come osservò la rivista Time, la storia segue le vicende di Laurence Planter, un giovane e aitante ex marinaio che viene ingaggiato come autista da un grosso avvocato di New York sposato a una donna bellissima. Un giorno, il socio dell’avvocato gli fa una curiosa e ardita proposta, e Laurence, pur sentendo puzza di bruciato, è tentato dalla prospettiva di una vita migliore. Quando si rende conto di essere capitato in un nido di vipere in cui è impossibile distinguere gli amici dai nemici, è già in trappola, una trappola raffinatissima che lui stesso ha inconsapevolmente contribuito a costruire, e sul suo capo pende un’accusa di omicidio. Lo attende la pena di morte se non riuscirà a dimostrare la propria innocenza.
Se morirò di lunedì di Charles Barry
È una gelida notte di febbraio quando il bookmaker inglese Peter Perley, proprietario di una fiorentissima agenzia ippica della capitale, scompare. Si era recato nel nord del paese per una riunione di famiglia, e da quel momento si sono perse le sue tracce. Poco più di una settimana dopo, il cadavere dell’uomo viene ritrovato in una cava di sabbia, e l’inchiesta del coroner per appurare la causa del decesso si chiude con un verdetto di morte per assideramento. La dinamica della morte non è tuttavia chiara, e ancor meno lo è il giorno esatto in cui essa è avvenuta, il che non è un dettaglio da poco. Subito prima della scomparsa, infatti, Perley aveva letto ai familiari il suo testamento in cui s’impegnava a lasciare il grosso del patrimonio a uno solo dei parenti con una curiosa clausola: se fosse morto di lunedì, l’eredità sarebbe andata a un certo nipote, se invece fosse morto di martedì sarebbe andata a un altro, e così via per i successivi giorni della settimana. Determinare la data del decesso diventa quindi altrettanto cruciale che scoprire come si sono realmente svolti i fatti, anche perché esiste il fondato sospetto che ci sia lo zampino di uno dei potenziali eredi… Sarà Laurence Gilmartin, ex commissario di polizia, a spalleggiare Scotland Yard in questa delicata indagine. Il romanzo (Murder on Monday…?), finora inedito in Italia, fu pubblicato nel 1932.
Iniziò con un bacio, finì con un delitto di Derek Smith
Con quattro edizioni in pochi mesi L’enigma della stanza impenetrabile (I bassotti n. 167) è stato il maggior successo della Polillo Editore degli ultimi anni. Questo secondo romanzo di Smith, Iniziò con un bacio, finì con un delitto (Come to Paddington Fair), che pure tratta di un “delitto impossibile”, inizia con l’arrivo all’ispettore capo di Scotland Yard Steve Castle di due biglietti per una pièce teatrale accompagnati da una misteriosa nota: «Vieni alla fiera di Paddington». Incuriosito, Castle chiede all’amico Algy Lawrence, geniale investigatore dilettante, di andare con lui. Seduti in prima fila, i due si godono lo spettacolo nel quale è previsto che la protagonista venga uccisa da un colpo di pistola. Il problema è che la giovane attrice muore sul serio, ma, dopo un concitato inseguimento, il colpevole viene catturato e affidato alla polizia. Il caso sembrerebbe risolto se non fosse che la pallottola mortale e l’angolo di tiro raccontano un’altra storia. Possibile che il vero assassino sia un altro? Eppure tutti hanno un alibi inattaccabile, nessuno può aver commesso quel delitto… Il romanzo, come lo ha giustamente definito il Washington Post, è «un capolavoro».
Il libro che uccide di W.F. Harvey
Mr Athelstan Digby, gentiluomo vecchio stampo, non è certo il tipo che si fa pregare per dare una mano. Così quando un amico libraio gli chiede di sostituirlo per un giorno nel negozio in cambio di ospitalità per la notte, accetta di buon grado. Oltretutto questo gli permetterà di accompagnare il nipote Jim, giovane medico, nella cittadina della campagna inglese dove si trova il suo nuovo posto di lavoro. Mentre Mr Digby presidia la libreria, accade un fatto strano: tre clienti entrano uno dopo l’altro per chiedere la copia di un volume di cui lui non ha mai sentito parlare e che comunque in negozio non c’è. Il titolo è Vita e morte di Mr Badman. Il suo stupore aumenta quando, verso la fine della giornata, alla porta si presenta un ragazzo con una pila di libri usati che gli propone di acquistare. E tra questi… c’è proprio Vita e morte di Mr Badman! A una prima occhiata il testo non sembra nulla di che, ma Mr Digby, vinto dalla curiosità, decide di comprarlo. Forse, col senno di poi, ne avrebbe fatto volentieri a meno, perché quel volumetto in apparenza tanto inoffensivo sarà oggetto di più tentativi di furto, metterà in pericolo un importante membro del Parlamento e lascerà dietro di sé due misteriosi omicidi.
La morte invisibile di Will Levinrew
Dopo una cena di famiglia organizzata dal milionario americano Rodney Borger, sette dei nove commensali vengono ricoverati con sintomi di avvelenamento. Tutti si ristabiliscono in breve tempo, ma anche a distanza di anni il vecchio Borger, ormai malato terminale, non riesce a togliersi dalla testa quell’episodio e prima di stilare il proprio testamento vuole trovare la risposta a una domanda: uno dei suoi familiari aveva forse cercato di ucciderlo? Così si rivolge al professor Herman Brierly, un celebre scienziato appassionato di criminologia che, avendo pochi elementi su cui indagare, preferisce non sbilanciarsi, ma si sente di escludere che si sia trattato di un’intossicazione alimentare. Di lì a poco Borger passa a miglior vita, e solo quarantott’ore dopo la lettura del suo testamento il radiogiornale riporta che quel giorno sette degli eredi sono stati avvelenati, tra gli stati di New York e del New Jersey, e quattro di loro sono morti. L’aspetto a dir poco curioso è che le vittime sembrano essere state avvelenate quasi simultaneamente, pur vivendo a miglia di distanza l’una dall’altra. Ed ecco che si fa strada una folle ipotesi: è possibile che dietro l’accaduto ci sia proprio la mano del defunto milionario? Pubblicato originariamente nel 1930 e tradotto in Italia per la prima volta, La morte invisibile è un giallo sorprendente e astuto.
Uno sparo in biblioteca di Anthony Berkeley
In questo romanzo del 1925 fece la sua prima apparizione Roger Sheringham, l’investigatore dilettante dai modi un po’ bruschi già incontrato nel celebre Caso dei cioccolatini avvelenati. Ospite della lussuosa residenza di campagna del finanziere Victor Stanworth, Sheringham conta di trascorrere alcuni giorni di riposo in compagnia di gente piacevole e interessante. Ma un mattino Victor non compare come al solito a colazione, e dopo una breve ricerca il suo cadavere viene trovato nella biblioteca della villa. Porte e finestre della stanza sono chiuse dall’interno e la mano del morto impugna ancora la pistola che ha sparato il colpo fatale. Un suicidio, è evidente, visto che sul tavolino di fronte c’è persino un biglietto nel quale il padrone di casa annunciava l’intenzione di farla finita. Eppure… Fino al giorno prima l’uomo si era intrattenuto cordialmente con tutti e non aveva affatto l’aria di chi medita di togliersi la vita. E poi dov’è finito il vaso di porcellana blu che si trovava sulla mensola del camino proprio alle spalle di Victor? Perché quel curioso interesse degli ospiti per il contenuto della cassaforte della villa? E come mai Lady Stanworth, la cognata, così come il maggiordomo Graves e il segretario tuttofare, il maggiore Jefferson, non sembrano molto sconvolti da quella morte?