La Debicke e… Nido di vipere

Flaminia P. Mancinelli
Nido di vipere
Pince nez, 2020

Il romanzo, in prima persona narrante, si apre la disinvolta autopresentazione della protagonista, il commissario Giulia Magnani, da un anno a Roma presso il centralissimo commissariato di Piazza Pasquino dopo aver richiesto il trasferimento dalla questura di via Fatebenefratelli di Milano.
Giulia Magnani, dopo aver finalmente divorziato da un marito sposato a cavolo nella convinzione di dover aderire a un criterio di normalità, sta imparando, a quarantasei anni, a convivere con le sue scelte sessuali. Scelte di una persona diversamente normale, insomma di una lesbica, definizione di se stessa che, dopo anni di psicoterapie e autoanalisi, comincia ad accettare, anche se non sempre le riesce bene. Anche perché i gusti sentimentali e di letto non sono la priorità della sua vita. La Magnani di solito fa altro, anzi soprattutto altro. Perché lei è una poliziotta, per innato senso di giustizia. Una brava poliziotta che crede e spera di riuscire a vedere i cattivi puniti e i buoni salvati.
Proprio in piena notte, alle tre e mezzo passate della notte di Natale (quando le previsioni danno possibile neve), Giulia Magnani viene svegliata dalla telefonata del suo ispettore Rinaldi. L’incendio scoppiato in un negozio di antiquariato di via dei Coronari ha praticamente distrutto il pianterreno dell’edificio, dove si trovavano i locali aperti al pubblico. Durante il primo sgradevole sopralluogo sono stati ritrovati i cadaveri di due uomini, arrostiti a puntino.
Secondo i pompieri, accorsi per spegnere le fiamme, l’incendio è senz’altro doloso. Dai primi riscontri, in presenza del gigantesco anatomopatologo Luca Rizzo, e dai successivi approfondimenti, si scoprirà che le vittime sono il proprietario, il chiacchierato e ricchissimo Annibale Lotti, e Kamil Kaya, un faccendiere turco suo socio in affari. Kaya portava alla cintura un contenitore, in grado di reggere al fuoco, contenente ben due passaporti, di cui uno francese ad altro nome, e una pen drive piena di foto di pezzi preziosi, tra i quali persino una tela attribuibile a Caravaggio. La sua presenza, e le tante macchioline scure sul suo curriculum, aprono diversi possibili scenari internazionali.
Da subito molte domande si affacciano in testa a Giulia Magnani: perché i due uomini sono stati avvelenati? Comincia a cercare il colpevole interrogando una dopo l’altra le persone più vicine all’antiquario Lotti: gli amici, i colleghi e soprattutto i famigliari, una moglie svizzera e quattro figli (tre femmine e un maschio, il più piccolo ancora minorenne).
I componenti della famiglia dell’antiquario, descritti da una testimone ben informata come “un nido di vipere”, costringeranno presto la nostra commissario a dare lo stesso giudizio. Tra i figli del morto, infatti, l’odio reciproco e nei confronti dei genitori sembra il sentimento più diffuso. Sentimento che coinvolge anche la vedova Michèle Favre che, dopo essersi allontanata dal marito, si è trasferita e risiede in Svizzera.
Insomma, tra gli snodi di una nuova vita e di una nuova accettazione sentimentale, la Magnani si trova in mano un’indagine condizionata dai tanti risvolti collegati al misterioso doppio assassinio, con il fiato sul collo dei superiori e del magistrato. Il che, lasciatemi dire, è tutto meno che una passeggiata.
Dovrà andare a frugare nel mondo ingarbugliato di una certa borghesia romana con legami matrimoniali svizzeri e mani in pasta anche nel sommerso. Quando poi avranno luogo altri inspiegabili delitti, rendendo ancora più caotico e difficile l’incarico, Giulia Magnani dovrà darsi da fare per cavare la gambe dalla faccenda.
La storia è impostata ad arte: si salta dall’Italia alla Turchia, si spazia in ambienti internazionali, ci sono mille indizi. Ma quali sono le reali implicazioni del caso? Insomma un pasticciaccio brutto che tiene con il fiato sospeso senza mai dare risposte esatte, come un dannato labirinto che ti costringe volta per volta a ricominciare daccapo. L’ambientazione romana nel mondo multiforme dell’antiquariato consente all’autrice di spaziare in lungo e in largo alla ricerca dell’astruso bandolo della matassa e le dà piacevole agio (per chi legge) di introdurre sfiziosi e magari meno noti angoli della Capitale.
Il duplice omicidio di via dei Coronari e tutte le intricate conseguenze collegate sbatteranno in primo piano la polizia capitolina e soprattutto la squadra di Giulia Magnani, costringendola a mettere in gioco le sue capacità, fino alla svolta finale, davanti alla quale la nostra commissario si troverà a fare i conti solo con la sua coscienza. Cosa farà e come?
Una bella comparsata del capitano Nicola Serra, già protagonista dei gialli targati Mancinelli pubblicati dalla Newton, che torna in scena come buon amico dell’anatomopatologo Luca Rizzo e accorto suggeritore. Intrecci polizieschi, intramezzati dai piacevoli stacchi umoristici di una Roma canaglia, per un romanzo che incuriosisce e riesce a coinvolgere il lettore.

Flaminia P. Mancinelli è nata a Roma e vive tra l’Italia e la Francia. Giornalista, ha collaborato con importanti testate quali Il Sole 24 ore e Data Manager, è da sempre una grande appassionata di nuove tecnologie. Ha pubblicato diversi romanzi tra cui, nel 2017 per l’editore Newton Compton il thriller Inquietante delitto in Vaticano, che ha riscosso notevole successo sia in versione cartacea che in ebook, cui ha fatto seguito Senza movente.

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