Antonio Manzini
Gli ultimi giorni di quiete
Sellerio, 2020
Una mattina qualunque, Nora sale sul treno ad Ancona per tornare a Pescara quando, sull’interregionale semivuoto, sì e no venti persone in tutta la carrozza, i bocchettoni del riscaldamento smettono di funzionare. Il destino ha incoccato una freccia al suo arco: Nora si alza per prendere il cappotto e infilarlo, il caso le fa cadere l’occhio su uno sconosciuto seduto quattro posti dopo, nel corridoio centrale alla sua sinistra, davanti a una signora con la Settimana Enigmistica. L’uomo ha il volto seminascosto da occhiali da sole e dorme, stravaccato nella poltrona, con la testa appoggiata contro il finestrino. Quando il treno, lasciata la costa, entra in galleria, il rumore o forse l’improvviso bagliore biancastro che invade il vagone disturbano il suo sonno. L’uomo si sveglia e sfila gli occhiali, Nora allibita riconosce Paolo Dainese, l’assassino di suo figlio. L’uomo che ha distrutto la sua vita e quella di suo marito Pasquale, proprietari di una florida tabaccheria nel centro di Pescara.
Nora e Pasquale erano una coppia di mezz’età, con la loro vita serena come quella di tante altre famiglie, che girava attorno all’unico bravo e amatissimo figlio Corrado. Ma un giorno, mentre Corrado è da solo in servizio in tabaccheria, un dilettante tenta una rapina, lui reagisce, muore e il rapinatore viene preso sul fatto. Una rapina finita in tragedia, perché ora Corrado, con il suo spirito, la sua presenza, la sua allegria, non c’è più e, con lui, è come se fosse finita anche la vita dei suoi genitori. Da quel giorno, infatti, Nora vive in una angosciosa bolla di inquietudine, non è più riuscita a darsi pace. Anche il rapporto con il marito ne ha risentito. Si sono progressivamente estraniati, arrivando a un pelo dal divorzio, ciascuno rinchiuso nel suo bozzolo di pena e ciascuno reagendo a suo modo. E ora…
Nora non può credere che Dainese, il boia di suo figlio, del loro adorato figlio possa essere già in giro, a piede libero. La vita di Corrado valeva così poco? Purtroppo è così: in tribunale Dainese aveva strappato una condanna per omicidio preterintenzionale e, tra sconti di pena per buona condotta e i numerosi benefici carcerari, anche il loro avvocato conferma che sì, è possibile. Giusto no, ma possibile.
Da questo momento Nora e Pasquale non sapranno continuare a vivere senza l’illusione di poter ottenere in qualche modo una giustizia riparatrice. Pasquale vorrebbe seguire la via più diretta e risolutiva: procurarsi una pistola per farsi giustizia da solo, forse anche per l’insopprimibile se pur ingiusto senso di colpa per non essere stato quel giorno dietro il banco della tabaccheria al posto del figlio. Nora, invece, dopo una certosina ricerca per rintracciare l’uomo, studia un piano crudele ma raffinato. Paolo Dainese, però, nel frattempo ha cominciato a rigare sulla retta via, ha provato a rifarsi una vita. Ma Nora non vuol capire, non vede e non sente. Da tranquilla signora anziana si è trasformata in un’incontrollabile furia vendicatrice. Agirà con asettica e determinata freddezza, unita a una lenta ma fatale premeditazione e, come una goccia che scava nella roccia, punterà alla distruzione psicologica e sociale del suo bersaglio. L’assassino di suo figlio diventa la sua vittima, da seguire e ferire in ogni modo, senza requie ovunque vada, tallonandolo al lavoro, al bar, al supermercato, a casa. Per lei chi ha distrutto la sua, la loro vita, il loro futuro non ha più il diritto di costruirne e viverne una sua. Confida solo, diventando il suo incubo, la sua ossessione, di riuscire a scalfire la sua corazza, costringerlo a difendersi, fino a portarlo alla paura, alla pazzia e a reagire al punto di arrivare ad autocondannarsi.
Con Gli ultimi giorni di quiete Antonio Manzini ha voluto raccontare una storia di sentimenti, di sensazioni, di incontrollabili rigurgiti emozionali, tutti tragicamente amari. Reazioni che chiunque potrebbe provare davanti a tali spaventose e crudeli tragedie. Una trama avvolgente che prende subito alla gola e costringe a continuare fino all’ultima pagina. Un romanzo che si fa leggere, anche se parla di dolore, di cordoglio, di afflizione. Dolore a cui fanno ala il risentimento, l’acredine e, incontenibile, l’odio. Da anni Antonio Manzini voleva scrivere questa storia, tratta a suo dire, da un fatto vero. E il risultato è una trama molto diversa dalle sue più consuete, a noi familiari. Un romanzo impostato sull’essenza più intima dell’animo umano, su quella che può essere la sua reazione se messo di fronte all’angoscia di dover accettare i limiti della pena mentre tutto pretende equa punizione e vendetta. Quando lo strazio per l’immane perdita subita è tale da impedire di dimenticare, perdonare, andare oltre diventa difficile offrire una risposta. E allora come valutare o magari giudicare i personaggi che attraversano la vicenda? Loro possono scegliere o forse si ritengono costretti a farlo. E quali sono mai gli ultimi giorni di quiete? Quelli dell’ignoranza, quelli dell’oblio o quelli della conscia voluttà di punizione?
Antonio Manzini, attore e sceneggiatore, romano (allievo di Camilleri all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica), ha esordito nella narrativa con il racconto scritto in collaborazione con Niccolò Ammaniti per l’antologia Crimini. Del 2005 il suo primo romanzo, Sangue marcio (Fazi). Con Einaudi Stile libero ha pubblicato La giostra dei criceti (2007). Un suo racconto è uscito nell’antologia Capodanno in giallo (Sellerio 2012). Del 2013, sempre per Sellerio, ha pubblicato il romanzo giallo Pista Nera. Secondo episodio della serie: La costola di Adamo (Sellerio 2014). Nel 2015 pubblica Non è stagione (Sellerio), Era di maggio (Sellerio) e Sull’orlo del precipizio (Sellerio). Del 2016 è Cinque indagini romane per Rocco Schiavone (Sellerio). Altri suoi romanzi pubblicati con Sellerio sono: 7-7-2007 (2016), Pulvis et umbra (2017), La giostra dei criceti (2017), L’anello mancante. Cinque indagini di Rocco Schiavone (2018), Fate il vostro gioco (2018), Rien ne va plus (2019), Ogni riferimento è puramente casuale (2019) e Gli ultimi giorni di quiete (2020).