La Debicke e… Fidati di me

Valentina Camerini
Fidati di me
Rizzoli, 2020

Siamo a Hope, piccola e ordinata cittadina dove tutti si conoscono e si frequentano, all’inizio del nuovo anno scolastico. Hope, la cittadina “d’oro come il suo mais” a detta dei vecchi che d’estate guardano tramontare il sole sugli sconfinati e fertili campi che sono la sua ricchezza e vita, Hope è perfetta per chi preferisce vivere semplicemente e pacificamente, tra distese di granturco, feste di paese e trebbiatrici.
Trinity McKenzie, figlia diciassettenne dello sceriffo locale, frequenta irrequieta e con la testa già proiettata verso il futuro l’ultima classe delle superiori. Non sopporta più di vivere a Hope, dove le pare che non succeda o possa succedere mai nulla. Ma deve resistere a denti stretti fino a terminare gli studi. Solo allora potrà andarsene lontano con il suo sogno di diventare giornalista. E nulla succederà fino alla sparizione di Grace, la pianista sua coetanea e migliore amica. Da quel momento tutto sarà diverso, a cominciare dalle lunghe disperate ricerche con agenti, unità cinofile, parenti, amici e conoscenti fino a quando, trentadue ore dopo, un cane la ritroverà morta. Alla conferenza stampa lo sceriffo dichiarerà che l’assassino non si è limitato ad ucciderla soffocandola, ma le ha anche amputato le mani appena sopra il polso. Poi ha abbandonato il corpo mutilato nella terra umida della crepa tra due lastre di roccia e l’ha ricoperto di foglie, lasciando libero il volto. L’atroce delitto naturalmente scatena la cupidigia e l’assalto dei media, che cominciano a frugare in cerca di scandali e mettono tutti e tutto, inquirenti e cittadini di Hope, sotto pressione.
Attraverso il punto di vista di Trinity, ragazza riflessiva ma dalla personalità complessa, che si divide tra ricordi, dubbi e lucidità, Valentina Camerini porta avanti una trama agghiacciante. Alla morte di Grace farà seguito a breve la scomparsa e l’uccisione di un’altra ragazza, Laura, la più promettente ballerina della compagnia teatrale di Hope, alla quale l’assassino amputerà le gambe. Due spaventosi omicidi che cominciano a far parlare la gente di un serial killer. Che uccide e asporta le parti del corpo corrispondenti al “talento” che caratterizza le vittime: le mani della pianista, le gambe della futura ballerina…
Seguiranno altri delitti, tutti con modalità simili, che sconvolgono l’esistenza della cittadina. Le indagini della polizia sembrano arenate, ma a quel punto Trinity si intestardisce a scavare. Lei vuole scoprire a ogni costo chi ha ucciso Grace. Con l’appoggio dell’affascinante e misterioso Julian – figlio di una celebre cantante e giovane membro di una famiglia locale molto ricca e importante nel passato, da poco arrivato in città – si mette in caccia del colpevole, cercando di collegare indizi e fatti per dare un senso a quegli omicidi. Deve scoprire l’identità del mostro, di quello che ormai tutti definiscono un serial killer. E fermarlo. Ma c’è un vero perché in quella tragica e sfrenata danza di morte? E se sì, quale?

Fidati di me è stato inserito dalla Rizzoli nella Collana ragazzi ma, francamente, a parte l’età dei protagonisti non capisco come lo si possa definire un romanzo da ragazzi, che tradotto in cifra vuol dire dai 12 ai 18 anni. Io, perdonatemi se erro, catalogavo nel genere romanzi che trattano argomenti concernenti la vita quotidiana dei ragazzi e i loro problemi: le difficoltà relazionali con i genitori, i primi amori, i conflitti con i pari, i contatti con alcol e droga e i desiderata che non si riesce a realizzare. Romanzi con una trama che si dipana in un percorso simile a quello dei romanzi di formazione. Certo, talvolta apprezzati anche dai quarantenni, come la saga di Harry Potter, luminoso e famoso esempio di questo genere.
Trovo invece Fidati di me un romanzo dal buon impianto thriller, che mette in campo pericolosi segnali e pulsioni adolescenziali, ma basato sul percorso omicida di un serial killer, e proprio per questo non lo vedrei rivolto a un pubblico di lettori young adult. Certo, il male esiste anche tra i più giovani, e ohimè la cronaca nera ne è piena, esistono gli istinti omicidi purtroppo, ma non per questo vorrei inserire i serial killer tra i potenziali esempi per i giovani. E infatti non si rivolgevano certo a questo pubblico per esempio Divier Nelli, con Il giorno degli orchi, o Bruno Morchio con Dove crollano i sogni, romanzi gialli a sottili e drammatiche tinte noir dove il male era affidato ai più giovani. E in questi romanzi si poteva intravedere e immaginare la meschinità di uno scopo che porta a sprofondare nel male e nell’abominio
Ma questo Fidati di me, sulla fortunata scia di una nutrita serie di precedenti americani, affida invece a degli adolescenti ruoli e compiti pesanti e quasi impossibili da sostenere. Teniamo presente che negli Stati Uniti per simili omicidi si è imputabili e si rischia la pena di morte anche se minorenni. E persino se si tratta di omicidi non giustificati da un fine o da uno scopo sia pur abietto, ma solo dalla follia o da un’inconscia o conscia e innaturale alienazione, alienazione punibile comunque se non c’è modo di riconoscerla, controllarla e fermarla.

Valentina Camerini è sceneggiatrice, giornalista e scrittrice, e non smetterebbe di leggere e scrivere per alcuna ragione al mondo. Ama andare a zonzo per paesi lontani con suo marito, cantare canzoni punk mentre fa passeggiate in montagna e trovare vecchie foto che aveva dimenticato tra le pagine dei libri. Non ama dormire a casa da sola perché ha paura del buio, odia svegliarsi tardi la mattina e avere l’impressione di essere rimasta indietro mentre il resto della città è già in piena attività.

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