A cura di Luca Raimondi e Giuseppe Maresca
L’isola delle tenebre. Storie siciliane dell’orrore
Algra Editore, 2020
Recensione di Roberto Mistretta
Prima ancora che la pandemia travolgesse tutti noi, uno stimato collega di penna che conosco da anni, il siracusano Luca Raimondi, mi contattò per chiedermi di prendere parte a un progetto che raccontasse in maniera diversa la nostra Sicilia. Lui e un altro bravo autore amante delle tenebre, Giuseppe Maresca, volevano dare vita a un’antologia spettrale ma totalmente sicula, con racconti gotici e horror che indagassero il soprannaturale nelle ridente Trinacria.
Racconti che indagassero il male.
Non essendo un genere da me praticato con assiduità, la proposta mi colse di sorpresa, ma chiaramente un autore si nutre di molte letture e non possono mancare testi del genere nel proprio bagaglio da viaggiatore della cultura. Ricordo infatti ancora con un brivido alla schiena le lettere calamitate del frigorifero che da sole componevano parole minacciose in Mucchio d’ossa di King, solo per citare una lettura vecchia di vent’anni, o il recentissimo Un tempo strano di Joe Hill, quattro racconti lunghi dove lo straordinario non manca di certo. E neppure l’horror.
Pagine che incollano il lettore e gli procurano quei piacevoli pizzicorini che fanno rizzare i peletti.
L’ambientazione isolana per altro mi intrigava molto e per farla breve accettai la sfida, così come l’hanno accettata tanti altri compagni di viaggio, tutti rigorosamente made in Sicily, che hanno contribuito a realizzare L’isola delle tenebre. Storie siciliane dell’orrore (Algra Editore).
Sedici penne per sedici racconti con le illustrazioni di Giulio Pappalardo che d’ogni storia ha colto l’essenza e l’ha restituita nel gioco del bianco e nero, mentre è stata affidata alla maestria di Federico D’Amore la copertina, con quel verde marcescente che ingloba le profondità marine, la città, l’Etna, la Sicilia intera.
I sedici racconti.
Stefano Amato, La statale 115. Sulla provinciale Agrigento-Trapani il protagonista incontrerà un vecchio compagno di scuola e vivrà l’incubo che nessuno vorrebbe vivere.
Corrado Artale, Seconda chance. Nel lungomare di Noto, la giovanissima protagonista proverà sulla propria pelle la malefica potenza dei pentacoli che evocano demoni.
Roberto Azzara, Riflessi sulla nebbia. Ambientato nelle colline di Caltagirone, dove gli autoctoni chiamano a paisana la bruma settembrina, ma si sa, la nebbia offusca, confonde, nasconde.
Federico D’Amore, Il suglio. Nelle spiagge di Eraclea Minoa prende forma l’inquietudine di un essere mostruoso la cui presenza riecheggia fin dalla filastrocca introduttiva nell’antico idioma siculo.
Piergiorgio Di Cara, C’era una casa con un tavolo dentro. Inquietanti portali e dimensioni alternative a Rocca Castello, sui Nebrodi suggeriscono di tenersi ben lontani da quella casa animata.
Antonino Genovese, La luna del diavolo. Il male assume molte forme. Anche quella di treni impazziti a Barcellona Pozzo di Gotto, ridente località sul litorale messinese, dove un maresciallo non troverà colpevoli.
Eleonora Lombardo, Il caro estinto. In un antico palazzo nobiliare immerge nel cuore di Palermo, il silenzio del giorno viene sconvolto dalla baraonda notturna di chi non si dà pace e rivive tra quelle mura.
Giovanni Marchese, Il negromante. Una pendola dell’ottocento, appartenne alla casa nobile dei Corvaja-Ximenes batte ore fatali, in una bottega d’antiquariato di Catania dove demoni si manifestano.
Giuseppe Maresca, Nostra signora degli annegati. Lo studente inglese Kieran Nagel si innamora di Minetta ma dovrà fare i conti con la regina dei marosi in quel bucolico paesino sul mare dove vivono esseri soprannaturali.
Roberto Mistretta, Il castello di Ester. Il basalto della roccia del castello di Mussomeli nasconde secolari ammonimenti, mistero, tradimenti, morte. E una donna in attesa.
Luciano Modica, Ipogeo. nelle viscere dell’antica terra di Archimede, dove il tempo non scorre allo stesso modo e regna il buio, in piena afa agostana una famigliola visita una vecchia tomba.
Giuseppina Norcia, La contessa torna a casa. Una villa signorile nasconde i segreti d’un amore senza tempo in un contesto bucolico non lontano dalle suggestioni dell’Etna, gigante di fuoco e ghiaccio.
Angelo Orlando Meloni, Mala Carne, ambientato nel siracusano, racconta una storia che prende abbrivio dal chioschetto di Maicol il paninaro ed evolve in modo granguignolesco.
Luca Raimondi, Il guardiano. Il bene e male assumono aspetti insoliti. Due ragazzini orfani di padre e un cane. Un prete e una chiesa in quel di Siracusa. E un tempo che non vorresti mai venisse.
Giusy Sciacca, Fimmini di focu. La Dragunara, la Matri tinta, signora delle Animulari e Mara e Matri Luci. L’eterna lotta tra il bene e il male nel contesto dei colli di Lentini, paradigma d’ogni luogo.
Salvo Zappulla, L’escluso. In quel di Sortino, da un giorno all’altro il professore Amilcare Santarelli si ritrova bandito dalla vita dei suoi conoscenti e non sa spiegarsene il motivo.
Un’antologia made in Sicily insomma, che sa di sale e zolfo. Ogni racconto un mondo a sé, diverso dagli altri per stile e approccio al filo conduttore dell’antologia, ma con ambientazione unica, isolana, che restituisce le atmosfere fatate (vorremmo dire stregate) di una terra ferace, dove il cobalto del mare e la lava del vulcano diventano luogo ideale per alimentare brividi e fare scorrere il sangue.