Marco Patricelli
Il partigiano americano. Una storia antieroica della Resistenza
Ianieri Pescara, 2020
Storia
Recensione di Valerio Calzolaio
Abruzzo. 1944. Renato Berardinucci nasce a Philadelphia nel 1921, terzo figlio di Vincenzo e Antonietta, emigrati venti anni prima coi due fratelli maggiori, e muore fucilato dai tedeschi ad Arischia nel 1944, come capo della banda partigiana che ha fondato e diretto, immigrato dopo l’8 settembre. Davanti al plotone d’esecuzione si buttò in avanti per salvare i compagni. A lui e all’altro ucciso, Vermondo Di Federico, fu assegnata la medaglia d’oro al valor militare della Resistenza in Abruzzo. La sua storia è ancora poco nota.
Il giornalista e saggista Marco Patricelli (Pescara, 1963) l’ha meritoriamente ricostruita in Il partigiano americano, con un pluriennale lavoro di ricerca, soprattutto da fonti orali. La narrazione è a più voci intorno all’unico protagonista, connesse a familiari, a testimoni locali, a contatti politico-culturali. Emerge qualche tono polemico eccessivo, come se fosse possibile isolare un unico bell’episodio dall’intera antieroica resistenza al nazifascismo.