Angelo Canaletti
La buona notte
Robin Torino, 2020
Noir
Recensione di Valerio Calzolaio
Father and Son. Dall’Epifania fino l’autunno inoltrato; dal mare ai punti cardinali della penisola fino alla Scozia. Un killer professionista trascorre la notte con una ragazza ma è decisamente angustiato per l’alzheimer del padre: perde sempre più colpi, cammina male, parla strano, si piscia addosso. Nemmeno i cangianti badanti riescono a gestirlo con capacità. Il vecchio gli diceva “vai adagio” ma lui non gli ha dato retta: è passato dall’attivismo giovane e violento dei Settanta all’adulta violenza omicida e meccanica.
L’ingegner Angelo Canaletti (Civitanova Marche, 1966) continua a scrivere bene, l’intenso noir La buona notte è la sua terza più matura prova, narrata in prima, articolata in undici parti e quarantasette capitoli: viaggi, freddi omicidi di vittime inconsapevoli, rapporti affettivi irrisolti, irrigidimento morale proprio e degenerazione mentale paterna, afasia dei linguaggi, disfacimento sociale guardato senza compassione. La libertà è eventuale e dolorosa.