Giosuè Calaciura
Io sono Gesù
Sellerio Palermo, 2020
Romanzo
Recensione di Valerio Calzolaio
Nazaret e Galilea. Tempo fa, circa duemila anni. “Sono nato a Betlemme, trent’anni fa. Non avevamo il dono di essere stanziali. Erranti, perseguitati da pericoli reali e persino immaginari, dagli uomini, dalla natura, almeno sino al compimento del mio quinto anno.” Poi accaddero molte varie cose. Il nuovo bel romanzo di Giosuè Calaciura (Palermo, 1960) s’intitola Io sono Gesù ed è narrato in prima persona, costellato di citazioni evangeliche e dei testi sacri, come di fertili invenzioni letterarie. L’autore immagina un ventennio di biografia terrena abbastanza sconosciuta alle Scritture: un ragazzo fragile e un uomo sensibile, normalmente ignaro di poter essere figlio di Dio, nato da una madre bambina taciturna con un anziano marito che non voleva farle subire scandalo e che presto se ne va chissà dove. Gesù s’avventura solo nella vita, incontra tante persone, sogna e si ubriaca, estraneo a ogni trascendenza, sempre alla ricerca del padre, sempre atteso dalla madre.