Marco Scardigli
Sibil
Rizzoli, 2021
Recensione di Patrizia Debicke
Un’indagine seria, astrusa e misteriosissima. Una squadra tutta al femminile. Saranno del GAT (Gruppo anticrimine tecnologico) o magari dell’ATPI (Antiterrorismo pronto impiego), i baschi verdi della Guardia di Finanza? O verranno dal II Reparto? Anche se in città, da quando un ubriacone aveva pensato di aderire alle Brigate Rosse con quarant’anni di ritardo, non si è più visto un terrorista, però si sa che le cellule dormienti scelgono cittadine tranquille lontano dalle metropoli… Sarà questo il motivo per cui il Colonnello Aldo Pairetto si trova nel pieno di un’invasione bella e buona della “sua” Caserma della Guardia di Finanza?
La squadra sotto copertura stranamente è comandata dal Colonnello Marisa Santandrea, donna di ferro, reduce da imprese in zona di guerra contro Daesh o Isis. Chi in passato ha collaborato con lei, sorride del diabolico nomignolo che le hanno appiccicato, Megera, che sulle sue spalle ha assunto un nuovo significato. Ai suoi ordini due capitani di tutto rispetto: Addolorata Rubino detta Lalla, che si distingue per la bella e fluente chioma candida, e Mariangela Ortiga detta Mary, un metro e ottanta e un cognome che in milanese significa “ortica” che le si confà, visto che almeno a prima occhiata pare molto seria e sulle sue. Magra, abito di taglio maschile sottobraccio, cartella di pelle, sul naso occhiali da professoressa e in testa capelli crespi strettamente imprigionati in una coda. Ultimo dettaglio: Mariangela Ortiga sfoggia il bel color castagna di una ragazza felicemente adottata.
Tutte e tre insieme – Santandrea, Rubino e Ortiga – sono la punta di diamante di una particolare unità della Guardia di Finanza, la missione speciale informatica rivoluzionaria procedura protocollo CNS “Cazzo Ne So”, poi rinominato con più praticità “Cinese”, sotto la diretta protezione di due specie di mastini da guardia: Paola Tazio e Roberta Aprile, ex soldatesse in prima linea. Oltre all’ufficio a loro assegnato in caserma, la squadra dispone anche di basi operative distaccate in zona: un’anonima tana-villetta e una seconda villetta viola, piene di macchinari per depistare eventuali attacchi.
Il tutto per tenere nascosta al mondo quell’ossuta e sconnessa ragazzina dal passato misterioso che mangia solo riso in bianco, deve stare sempre al caldo e odia i rumori forti. Ma chi è mai Sibil? O forse si dovrebbe dire: cos’è? Ha problemi a comunicare con il prossimo, ma sta per imparare. Sta per scoprire che ogni persona possiede un telefono e dappertutto ci sono apparecchiature radio e mezzi di comunicazione. E soprattutto che lei è in grado di vedere e sentire tutto e tutti. È come avere la capacità di essere contemporaneamente tante persone. Per lei all’inizio è complicato capire perché e come tante cose sono dette o fatte ma poi, quando ci riesce… Evviva.
Ma questo è solo la punta dell’iceberg. Quanto sono smisurate le capacità intellettive di Sibil? Intanto sta imparando a disporre di quelle abilità che di solito ogni essere umano possiede, ma è umana? Intanto la sua mente, o meglio le sue due menti, è in grado di conoscere ogni cosa si trasmetta su vie digitali e di manipolare ogni dato. È molto più potente di un computer e può diventare molto più pericolosa. È meglio di un asso nella manica anche perché la sua stessa esistenza è un segreto. Per questo il colonnello Marisa Santandrea ha tenuto nascosta Sibil persino alla propria squadra. Squadra che è già alle prese con una contorta indagine legata a un grosso traffico di capitali illeciti tra l’Italia e la Svizzera. Un’indagine iniziata per seguire complessi flussi di denaro dall’estero e incastrare qualche ruota dell’ingranaggio, ma che seminerà una sanguinosa scia di cadaveri per coprire una rete di insospettabili appoggi e connivenze.
Sibil sarà in grado di intervenire e riuscire a smontare il funambolico incastro criminalfinanziario architettato ad altissimo livello?
Basta, non posso né voglio dire di più della trama. Questo romanzo è stato giustamente definito un thriller perché ne ha tutte caratteristiche, con le sue ardue e rischiose strade da seguire per raggiungere la verità. Un thriller che gioca sui contorti flussi internazionali di capitali in balìa, stavolta, di un’inimmaginabile rivale che per combatterli si avvale di intelligenza pura. Ma da quella che può apparire una guerra di numeri e di esasperate intelligenze artificiali traspare, oltre a una costante ricerca di emozioni e di umanità, un’assoluta volontà di sconfiggere il male che permette di travalicare con successo ogni limite. Forse potrà funzionare anche in un possibile futuro, quando le macchine dialogheranno e conviveranno pacificamente con i loro creatori?
Complimenti a Scardigli per il suo romanzo, un thriller di azione e colpi di scena che non si vergogna di cedere il passo, quando serve, alla dolcezza (anche gastronomica, perché no) e alla comprensione, spesso armi più efficaci di quelle letali.
Sibil è un libro piacevole, intelligente e, meraviglia!, tutto al femminile, scritto da un uomo che non ha certo paura di riconoscere acume e capacità nell’altro sesso.
Marco Scardigli è nato, vive e lavora a Novara. Storico militare, ha pubblicato per Mondadori la trilogia sulle battaglie nella storia d’Italia, per Rizzoli Le grandi battaglie del Risorgimento (2010), per Utet, tra gli altri, Viaggio nella terra dei morti (2014) e Il viaggiatore di battaglie (2017). È anche appassionato di gialli: Èvelyne. Il mistero della donna francese (Interlinea 2018) è la seconda avventura con protagonisti Tina, Stoffel e Marchini dopo Celestina. Il mistero del volto dipinto (Mondadori, Milano 2016). Oltre che di storia e narrativa, è anche appassionato di giochi e di cultura gastronomica.
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