Papa Francesco
Dio e il mondo che verrà. Una conversazione con Domenico Agasso
Piemme, 2021
Recensione di Roberto Mistretta
Non si può dire che Papa Francesco non abbia le idee chiare e rivoluzionarie e certo se dipendesse da lui ogni barriera sociale sarebbe abbattuta. Ne è riprova questo volume pubblicato in primavera, a firma del vaticanista del quotidiano La Stampa, Domenico Agasso, che prende spunto da un’immagine diventata un simbolo di speranza e resistenza nei giorni bui di marzo 2020, in piena pandemia, coi popoli della terra attoniti, aggrediti da un virus sconosciuto.
“Nel pomeriggio di una domenica triste, il mondo intero sbarra gli occhi vedendo nei telegiornali e sul web il Papa camminare nel centro di Roma, svuotata dalla quarantena. A sorpresa. A piedi. In via Del Corso. Va a pregare, a nome di tutti, nella chiesa di San Marcello al Corso, davanti al crocefisso “miracoloso”, che nel 1522 fu portato in processione per invocare la liberazione dalla peste.
E parte proprio dagli enormi sconvolgimenti che la pandemia ha portato nell’esistenza di tutti noi la conversazione che l’autore imposta con Sua Santità.
“Il mondo – dice infatti il Papa – non sarà più come prima. Ma proprio dentro questa calamità vanno colti quei segni che possono rivelarsi cardini della ricostruzione. Non bastano gli interventi per risolvere le emergenze. La pandemia è un segnale di allarme su cui l’uomo è costretto a riflettere.”
Per Francesco bisogna quindi creare gli anticorpi della solidarietà, per abbattere le differenze sociali e prendersi cura gli uni degli altri e vivere tutti meglio. Da essere umani. Un libro a tutto tondo che si snoda in dodici capitoli brevi: Lo snodo cruciale per l’umanità; La mano del Signore ci rialza sempre; Rinascere uniti; Seminare speranza; La Chiesa onesta, unita e missionaria; Nella Casa comune come un’unica famiglia; Economia e finanza ecologiche; Senza fratella umana non c’è futuro; Nessuno è straniero; Lavoro è giusta retribuzione per tutti; Famiglia e donne pilastri delle società; I giovani e il sogno per conto di Dio.
Il Santo Padre che risponde con semplicità disarmante e profondità alle domande del vaticanista e ricorda a tutti che “Nel futuro del mondo e nelle speranza della Chiesa ci sono sempre i “piccoli”: coloro che non si reputano migliori degli altri, che sono consapevoli dei propri limiti e dei propri peccati, che non vogliono dominare sugli altri, che, in Dio Padre, si riconoscono tutti fratelli”.