Vito Catalano
Il conte di Racalmuto
Vallecchi Firenze, 2021
Romanzo storico
Recensione di Valerio Calzolaio
Racalmuto. Aprile 1622. Pietro D’Asaro, pittore spregiudicato e donnaiuolo, beffardo e arguto, è originario di Racalmuto e sta conquistando un posto di rilievo nella pittura del Seicento in Sicilia. La bellissima contessa Beatrice lo manda a chiamare. Vuol solo dirgli di essere impressionata dai dipinti: Pietro è in grado di creare cose piene di bellezza e poesia pur essendo circondato da brutture e squallore. Entrambi sanno la causa del male: il conte Girolamo II del Carretto è uomo avido e spietato, complice di traditori e assassini, che percorrono ogni giorno vie e sentieri della cittadina. Chi può fermarlo? Leonardo Sciascia era il nonno di Vito Catalano (Palermo, 1979), autore dell’interessante romanzo storico, d’amore e d’avventura, in terza varia, Il conte di Racalmuto. Il nipote ha preso spunto da un paio di pagine dei libri di Sciascia dedicati a Racalmuto, laddove racconta brevemente l’assassinio del conte da parte del bravo ribelle servo Antonio Di Vita.