Effetti collaterali – Rosario Russo

Rosario Russo
Effetti collaterali
Algra, 2020
Recensione di Roberto Mistretta

Sei racconti di Rosario Russo, giovane autore di Acireale, per declinare l’isola in sfumature noir, come dal sottotitolo di Effetti collaterali. Sei racconti di genere in Sicilia.
La raccolta si apre con “Il delitto della cartoline”, in cui l’autore – che ne fa un chiaro omaggio a Gaetano Savatteri e al suo protagonista, il giornalista Saverio Lamanna – si diverte a depistare il lettore, facendogli credere di proiettarlo in un giallo storico, con delitti avvenuti mezzo secolo prima. Invero un grave delitto è stato commesso in danno di tutti, ma si tratta di delitti talmente diffusi in Sicilia da provocare assuefazione se non autentica indifferenza. Come scoprirà Vincenzo Cantone, giovane scrittore di belle speranze che un giorno trova per caso una busta con dentro un biglietto postale con scritte frasi affettuose. Un secondo biglietto però contiene un’esplicita richiesta di aiuto: “Ninì, vieni subito! COSÌ ME LO AMMAZZANO! TI PREGO, CORRI!”
Il nostro scrittore di belle speranze è ben deciso ad andare a fondo, ma scoprirà solo il ricordo ormai sopito di un amore struggente, cancellato dalla devastazione ambientale.
Nel racconto seguente, “Il sesto sigillo”, l’ispettore Traversa, protagonista di Russo che fa la sua prima comparsa nel romanzo “Le quattordici spine”, deve vedersela col ragioniere Angelo Patti che minaccia e annuncia un nuovo Giudizio Universale.
“Acireale era una città bellissima e l’hanno ridotta uno schifo. Avete permesso che accadesse lo scempio e non avete fatto nulla per impedirlo. Vergognatevi tutti.”
Il racconto si dipana con messaggi sibillini, con Patti che medita di radere al suolo gli obbrobri riproponendo il terremoto che nel 1693 sconquassò la Val di Noto. Ma si tratta di “Una tragedia in salsa tipicamente sicula, di quelle che finivano puntualmente a farsa”, mediterà amaramente l’ispettore Traversa quando risolverà il caso.
In “Annalisa”, un sicario delle cosche catanesi dopo esser scappato in Germania, vent’anni prima, per sfuggire alla sanguinosa faida in corso, rientra in Sicilia per regolare i conti tra amore e morte. Anche la cucina catanese fa parte dei ricordi nostalgici del protagonista di questo terzo racconto. I tempi andati, la giovinezza, gli amici e… lei.
Nel racconto “Gli amanti immortali”, in un luminosissimo maggio siciliano, viene richiamato il mito di Aci e Galatea tramite un cold case che l’ispettore Traversa si ritrova a dipanare quando, in una grotta a Santa Maria la Scala, vengono ritrovati due corpi, un’antica moneta e un foglietto con alcuni versi. A dare una mano all’ispettore interverrà uno studioso del posto, il prof Pennisi, che spiegherà come il mito di Aci e Galatea sia una delle più belle storie d’amore della mitologia, narrata da Ovidio nel XIII libro delle Metamorfosi.
In “Effetti collaterali”, racconto che dà il titolo alla raccolta, Traversa cede il passo al commissario Stuto. Il caso da risolvere riguarda l’omicidio di una ragazza, assassinata con una birra avvelenata. L’autore è abile a intrecciare la pista passionale e quella mafiosa, regalando al lettore un finale a sorpresa come nei gialli che si rispettano.
Nell’ultimo racconto, “La truvatura della sarpa”, ritroviamo l’ispettore Traversa che deve indagare sull’omicidio di uno studioso e sull’antica leggenda legata a un pesce.
Sei racconti, dunque, che offrono al lettore lo spaccato di un’isola vista da un’angolatura noir, dove si dipanano storie le cui radici affondano nel mistero e nel passato che ognuno si porta dietro.
L’autore trentacinquenne, Rosario Russo, laureato, in Lettere e Filosofia, con altri tre scrittori isolani, Sebastiano Ambra, Alberto Minnella e Gaudenzio Schillaci, ha dato vita al collettivo Sicilia Niura che cura, per Algra Editore, la pubblicazione di romanzi e racconti rigorosamente ambientati in Sicilia.
Di questi racconti, che seguono i suoi precedenti romanzi, “Il mistero del Bagolaro” e “Le quattordici spine”, Rosario Russo dice: “Alla base della mia raccolta c’è l’esigenza di raccontare una terra che muta in continuazione. La Sicilia che narro in queste sei storie niure è lontana dai soliti cliché di sole, mare e pasta con le sarde. L’isola si scontra ogni giorno col malaffare, con scelte illogiche, abusivismo e bellezza devastata. Ma come sosteneva Bufalino, di questa nostra martoriata ma bellissima Sicilia, non dimentichiamoci di salvare quel cielo e quel mare miracolosamente resistenti agli insulti della chimica; i vulcani in fiamme, le miti colline; le pianure dove scorrono fiumi dal nome di miele; le leggende che fioriscono sulle labbra in un’aria di mito. Ho deciso di ripartire proprio dai miti e dalle leggende sicule, narrate tramite indagini poliziesche decisamente “sui generis”, per raccontare una terra sciascianamente irredimibile, ma che non si può non amare e tentare di salvare in ogni modo. Ognuno come può.”
Uno scrittore dalle idee chiare e dal cuore grande che batte per la sua Sicilia niura.

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