Il delitto di Vico San Domenico Maggiore – Lidia Del Gaudio

Lidia Del Gaudio
Il delitto di Vico San Domenico Maggiore
Fanucci, 2021
Collana Nero Italiano
Recensione di Patrizia Debicke

Napoli, sabato 1 giugno 1940: è in atto il trasloco del commissario Alberto Sorrentino, promosso questore aggiunto, nella nuova sede della Questura, a pochi metri in linea d’aria da Piazza Municipio. Il caldo comincia a farsi sentire e la finestra aperta dell’ufficio al quinto piano offre uno scorcio da favola, con un panorama che spazia da Palazzo Reale fino al Maschio Angioino. Il vice brigadiere De Gennaro, impossibilitato a sistemare le pile di faldoni in mancanza degli scaffali, per fortuna si è già organizzato per fare il caffè.
Si respira già aria di vigile attesa, anche se il dottor Del Vecchio protesta perché è inguaiato con la sistemazione degli altoparlanti destinati alla diretta radiofonica. Tutto deve essere pronto in tempo perché il questore sta per diramare l’ordine dell’adunata civile in vista della pubblica dichiarazione di Mussolini. Il duce, dopo aver preventivamente informato l’alleato nazista, sta per annunciare l’ingresso dell’Italia in guerra contro Francia e Gran Bretagna. E tuttavia le voci e gli echi dei combattimenti già in atto per terra e mare, vicini e più lontani, non hanno ancora annientato l’illusoria bolla di normalità che sommerge la città, mentre il fascismo raddrizza le spalle e spavaldo rialza menti e teste per le strade. Il fascismo, con le sue risibili muscolari esibizioni, pare una sicumera ben salda in sella e destinata a durare.
Questa sarà l’atmosfera alla quale dovrà adattarsi Sorrentino, segnato da una triste storia personale, da sempre recalcitrante di fronte agli obblighi e convinto antifascista, per risolvere il suo nuovo, complicatissimo caso.
Ma il commissario, oggi questore aggiunto, rientrato a Napoli da appena una settimana dopo quattro anni di lontanaza, deve anche risolvere alla svelta i problemi di logistica personale e cioè far riadattare l’appartamento di famiglia in Piazza del Gesù, dove finora ha dormito accampato, e nel frattempo trovare una soluzione confortevole. L’ideale per lui, in bilico tra il desiderio e il timore di amare di nuovo, sarebbe tornare nella camera in casa di Elisa, la bella maestra di Conservatorio dove aveva alloggiato quattro anni prima, quando era tornato a Napoli solo in prestito e provvisorio per sciogliere il delitto di via Crispi. La padrona non c’è ma, nonostante la sua assenza, Fortuna, domestica e cuoca sopraffina, gliene garantisce la disponibilità.
Poi, appena rientrato in questura. Sorrentino dovrà affrontare il fermo di un giovanissimo borseggiatore, beccato in flagrante alla biglietteria della stazione per un furtarello di poche lire e riempito di botte. Il ragazzino non parla. Magrissimo ma molto ben vestito, continua a non voler dire il suo nome. Il suo vice, il dottor Del Vecchio, impietosito e convinto che non si tratti di un vero ladruncolo, gli ha dato rifugio nel suo ufficio ma il ragazzino continua a ripetere di non aver fatto niente. Con santa pazienza il Commissario e il dottor Del Vecchio riescono a fargli mormorare di chiamarsi Santino Cacciapuoti. Tra le cose che aveva addosso figura anche un prezioso ciondolo d’oro a forma di croce che Santino sostiene essere suo… ma non lo vuole. Perché? È una stranezza, una nota stonata. Comunque, forse anche per il suo desiderio represso di paternità, Sorrentino sospende la procedura di fermo e, in attesa di scoprire di più su quella storia, affida il bambino alle cure di Del Vecchio e torna a dormire sul divano di casa sua, in via Del Gesù. Ma fa appena in tempo a chiudere gli occhi che il suono perentorio del campanello lo costringe ad alzarsi e andare ad aprire. Sull’attenti, fuori dalla porta, il vice brigadiere De Gennaro si scusa e gli spiega che si tratta di un’emergenza, un omicidio a Santa Lucia, dalle parti di via Generale Orsini, e ha avuto disposizioni di andarlo a prendere.
Insomma, per il nostro commissario è il secondo caso in un giorno. Il barbaro omicidio di un ricchissimo chirurgo, avvenuto al primo piano dello sfarzoso palazzo di proprietà di sua moglie, legata per parentela alla “crème de la crème” della migliore nobiltà napoletana, appare subito una storiaccia. Nessuno sa o ha visto niente. Il morto, Raimondo Castaldo, uomo stimato e di gran successo in città, amico e sostenitore dei pezzi grossi del partito fascista, è noto anche come filantropo.
I due casi, a prima vista lontani tra loro, porteranno il commissario a convergere verso un’unica indagine, fino ad alcuni locali pericolanti di vico San Domenico Maggiore, connessi alla cappella e alla leggendaria figura del principe di Sansevero. Sarà un’indagine difficile, basata non solo sull’aiuto di un’esperta di storia dell’arte e su precisi e meticolosi interrogatori ma anche su intuizioni geniali. Un’indagine in cui Sorrentino, indifferente a qualsiasi pressione del regime, spartisce tante ipotesi con l’amico cronista. Il nostro commissario arriverà alla soluzione del mistero anche attraverso la scoperta di antichi misteri del passato legati all’estinzione della famiglia Sansevero. Una soluzione tragica e ben calibrata per un omicidio sanguinoso provocato da una situazione torbida in cui hanno regnato prepotenza, dolore e violenza.
Ottima trama gialla, difficile da sbrogliare almeno quanto i giochi di enigmistica che piacevano tanto alla vittima.
Una perfetta e misuratissima ambientazione napoletana, nella quale par quasi di poter toccare gli azzurri del cielo e del golfo con il raggelante epilogo in cui risuona minacciosa la dichiarazione di guerra del duce trasmessa per radio.

Lidia Del Gaudio, napoletana, laureata in Lettere e filosofia, ha lavorato nell’àmbito della direzione risorse umane per una grande azienda di servizi. Ama musica e libri, in particolare il genere noir e il mystery/horror, i film di Hitchcock, i romanzi di King. Ha pubblicato Il delitto di via Crispi n. 21 – suo romanzo d’esordio nella collana Nero Italiano e vincitore del premio Garfagnana in Giallo/Barga Noir nel 2019 e del premio Letterario Toscana nel 2020. Il delitto di vico San Domenico Maggiore è il secondo romanzo pubblicato nella stessa collana, sempre con protagonista il commissario Alberto Sorrentino.

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