Paolo Roversi
L’eleganza del killer
Marsilio, 2022
Recensione di Patrizia Debicke
In un febbraio milanese a temperature da battere i denti, sferzato dal vento gelido e accarezzato dalla neve, Enrico Radeschi dovrà impiegare ancora una volta le sue “arti” da insuperabile hacker a beneficio della polizia. Mentre, come sua abitudine, se la stava svignando alla chetichella dopo una turbinosa notte di fuoco con una bella venticinquenne, Radeschi viene reclutato di primo mattino dall’amico vice questore Loris Sebastiani, convocato all’alba dalla questura per l’omicidio di un certo Jack Picasso, re delle notti milanesi e titolare di un locale alla moda nella zona della movida nottambula di corso Como. L’uomo è stato ucciso per strada in macchina, una Mercedes Classe C, con un preciso colpo alla tempia mentre era intento a farsi fare un “servizietto” dalla sua bella segretaria, prima di tornare a casa dalla famiglia. L’omicidio è avvenuto poco lontano dal locale, chiamato a sua imperitura gloria Picasso’s, in via Bonnet, una traversa di via Alessio da Tocqueville. Questo delitto sarà solo il primo di tanti. L’assassino, con ogni evidenza un professionista, in una settimana farà fuori tre persone che, almeno in apparenza, non hanno alcun legame tra loro. Uno scenario che farebbe immaginare una lotta per la supremazia nel mercato della droga tra le potenti mafie che si muovono impunemente in città. E una conseguente esplosione di crudele violenza che insanguinerà Milano. Violenza contro la quale dovranno scornarsi il nostro giornalista hacker Enrico Radeschi, sempre in sella alla sua inscindibile Vespa gialla, e il vicequestore Loris Sebastiani, brillante capo della squadra Mobile, con il suo Toscanello smozzicato e spento fra le labbra, che comincia ad affogare nel Rum Pampero riserva il troppo rapido avvicinarsi della mezz’età. Ormai stabilmente trasferito nel lussuoso attico e super attico di via Palestro del ricchissimo amico e socio, facente anche funzione di ufficio per MilanoNera, il lanciatissimo quotidiano web di nera ormai fonte garantita di congruo guadagno pubblicitario, Radeschi ha qualche rogna: benché protetto, si fa per dire, dal chihuahua Rimbaud, il problema è con il Danese, il suo partner greco e ormai coinquilino con l’animo da bandito e il cuore buono, che porta sempre con sé un’iguana nascosta sotto i vestiti. Loro due infatti, per ripagare i vecchi amici della mafia russa milanese per la distruzione di due macchine di lusso (vedi precedente romanzo), saranno costretti a impegnarsi in una missione pericolosa: trasportare in macchina fino a Nizza un carico che scotta, ma scotta parecchio, a Radeschi pare criminale, anche perché si tratta di un’impresa che, se venissero scoperti, potrebbe portarli diritti in gattabuia. Ma Chrestos, il Danese, sostiene che i debiti vanno pagati, costi quello che costi. Così il nostro amico giornalista annega la paura nei fumi dell’alcol e, come se non bastasse, si lancia in una bollente relazione con la bella padrona di una deliziosa chihuahua femmina corteggiata da Rimbaud.
Il tutto dopo aver arruolato come fiancheggiatore della polizia anche il Danese, impegnati fino al collo nella caccia al killer.
Una storia che fa dormire poco i protagonisti, condotta tutta di corsa e con il fiato sospeso, dipanandosi in un febbraio diabolicamente gelido fra partite di droga mascherata, fiumi di vodka, partite azzardate ai tavoli da gioco mischiate a conflitti a fuoco tra bande con la droga in palio e una successione di misteriosi omicidi. Tutti eseguiti con rara perizia e professionalità da un inafferrabile sicario che prima uccide e poi svanisce nel nulla, restando ben nascosto, nel cuore più profondo della metropoli.
Una persona che sa vivere, abituato a non farsi mancare nulla, con tutti i crismi di un viziatissimo magnate. Persino nelle sue selezionatissime scelte di rare e costosissime acque minerali, direi, viste le descrizioni che riportano i media sugli abituali “compagni” di Putin, con atteggiamenti da oligarca russo. Unico indizio in mano agli inquirenti sarà che il killer, preparatissimo e sempre attento a celare il volto, quando spara e uccide le sue vittime è vestito in maniera impeccabile, con capi e scarpe all’ultimo grido. Pare quasi un influencer prezzolato dalle grandi marche. Insomma tutta robetta che costa una cifra e si può acquistare a Milano solo nei negozi dedicati nel quadrilatero della moda.
Basterà questo indizio per catturarlo?
A detta di Roversi, papà di Radeschi, in L’eleganza del killer pagina dopo pagina, a tutta birra ma rigorosamente artigianale, il che consente anche di soffermarsi brevemente in diverse celebri birrerie cittadine, le novità e i colpi di scena si susseguono in una Milano fotografata nel romanzo in pratica 24 ore su 24. E la polizia arranca.
A cento pagine dalla fine abbiamo già scodellati tra le pagine del romanzo tre omicidi da manuale e due sparatorie con altre vittime tra affiliati della mafia russa, di quella slovena e di quella turca. Oltre ad altri nuovi e prepotenti attori, poi, sono risaliti in scena i già noti e validi membri della squadra di Loris Sebastiani, con la brillante Carla Rivolta, ex flirt di Radeschi che studia per diventare commissario. Insomma buoni contro i cattivi, tanti, e il dark web da dragare, dove ormai è facile assumere qualcuno che uccida a comando, pagandolo in inafferrabili bitcoin. Radeschi si dà parecchio fare e s’impegna persino a spiegare ai lettori i complessi meccanismi legati a questi traffici, ma, raccomanda l’autore, spesso le ragioni per uccidere sono diverse e magari più semplici di quanto potreste mai immaginare.
Paolo Roversi, scrittore, giornalista e sceneggiatore, si è laureato in Storia contemporanea all’Università Sophia Antipolis di Nizza (Francia). Ha pubblicato romanzi gialli con protagonista il giornalista hacker Enrico Radeschi: Blue Tango – noir metropolitano (Stampa Alternativa), La mano sinistra del diavolo (Mursia) con cui ha vinto il Premio Camaiore di Letteratura Gialla 2007 ed è stato finalista del Premio Franco Fedeli 2007, Niente baci alla francese (Mursia), La marcia di Radeschi (Mursia), L’uomo della pianura (Mursia) e La confraternita delle ossa (Marsilio). Con Marsilio, nel 2015 ha pubblicato il dittico Città rossa, due romanzi sulla storia della criminalità milanese degli anni Settanta e Ottanta: Milano criminale e Solo il tempo di morire (premio Selezione Bancarella, premio Garfagnana in giallo). Tra gli altri suoi romanzi: PesceMangiaCane (Edizioni Ambiente), L’ira funesta (Rizzoli), Alle porte della notte (Marsilio) e Il pregiudizio della sopravvivenza (Marsilio). È fondatore e direttore della rassegna dedicata al giallo e al noir NebbiaGialla Suzzara Noir Festival. Ha diretto MilanoNera web press, un portale dedicato interamente alla letteratura gialla.
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