Scritto sulla sabbia – Fausto Vitaliano

Fausto Vitaliano
Scritto sulla sabbia
Bompiani, 2022
Recensione di Patrizia Debicke

Gregorio detto Gori Misticò: maresciallo dei Carabinieri, una spiccata predilezione per i fumetti della Disney e una cicatrice all’altezza del cuore a rammentargli un passato che l’aveva costretto a cambiare vita. Dopo un’ultraventennale carriera di ottimo servizio al Nord, a Milano, dove lavorava operando spesso con successo come infiltrato in operazioni di antiterrorismo, dal 2014 aveva fatto ritorno a San Telesforo Jonico, vicino alla mitica mezzaluna di sabbia della sua giovinezza, per assumere il comando della stazione di Carabinieri locale. Un ritorno alle radici perché San Telesforo è il paesino calabrese dove era arrivato ancora in braccio alla madre, il paese dell’infanzia, dell’adolescenza, dove era cresciuto, aveva studiato e aveva vissuto fino a quando si era arruolato nell’Arma.
Ma da un anno e più è fermo, in aspettativa, ormai in attesa del congedo. Va e viene, è scontroso, rintuzza le chiacchiere di Catena, la sua vecchia, devota domestica, e finge quasi di ignorare il suo “pupillo”, il brigadiere Federico Costantino che ha tirato su professionalmente e attualmente è alla testa della caserma. Nessuno sa il perché, o per lo meno si azzarda a parlarne in giro, tranne il suo vecchio amico d’infanzia Nicola Strangio, oncologo in un grande ospedale milanese, che per mesi gli ha imposto tanti appuntamenti dedicati a una massacrante chemioterapia. Ma ora il verdetto spiega che l’operazione non è stata sufficiente, c’era qualcosa in più, di nascosto, di subdolo e le cure non hanno funzionato. Insomma la malattia avanza e lo divora crudelmente. Ora deve conviverci, fronteggiarla a botte di pillole e peggio, e farci in conti anche se non intende lasciarle l’ultima parola. E Misticò ha reagito a modo suo, tanto che il suo ultimo incontro con l’amico chirurgo Nicola è finito a botte. Insomma cosa puoi pretendere da qualcuno che sa di dover morire? Misticò sa che quel suo implacabile nemico non gli concede più tregua, e lui ora vuole andare dove vuole, tornare a casa in Calabria e fare di testa sua.
E forse sarà un bene, perché troverà qualcuno che ha bisogno di lui. Tanto da non avere il tempo di crogiolarsi nel suo male. Arrivato a San Telesforo il suo ex-vice, il brigadiere Costantino, gli chiede subito aiuto e ha davvero bisogno di lui. Gli è appena capitato tra capo e collo il caso di una donna molto anziana che da anni viveva poco più che di carità, ritrovata morta sulla sua sedia a dondolo davanti alla casupola dove viveva, nel bosco della Papaluta, così detto perché la leggenda narrava che ospitasse una strega giovane e bella che rapiva i bambini. Riguardo al ritrovamento della donna, per carità, niente di delittuoso: morte naturale, vecchiaia, però, quando i carabinieri arrivano a ricostruirne l’identità, salterà fuori che in quella poveretta qualcosa non torna. Perché il cadavere appartiene a tale Santaclara Alfonsa, già riconosciuta come morta nel 1998 quando aveva una sessantina d’anni ad Aosta, mentre ora ufficialmente di anni ne avrebbe ottantadue. Insomma, secondo l’anagrafe, deceduta da anni. Gatta ci cova e bisogna trovare il perché.
Possibile che questo cadavere costringa l’indagine a risalire il filo del tempo e a ritornare addirittura agli inizi degli anni ’60? Ma cosa era accaduto allora?
E qui si scivola nella scelta narrativa che compare sempre nei romanzi di Vitaliano. Ovvero il parallelo tra due fasi temporali, il passato e il presente. Abbiamo infatti la richiesta di aiuto del giovane brigadiere al suo ex-superiore per lo strano caso della morta due volte, che riporta in luce il passato, quando due bambini, un maschietto e una femminuccia furono rapiti, e alcuni giorni dopo miracolosamente ritrovati nel bosco.
Storia che aveva visto prima accusata e poi morta suicida la loro giovane e bella governante. Che sia lei, la vecchia morta di oggi, la famosa strega che aveva rapito i piccoli Leone e Margherita? Solo una misteriosa cassetta delle lettere, piena di buste mai aperte, potrebbe fare piena luce sul caso e solo leggendole si potrebbe arrivare a scoprire la verità. Una storia molto diversa da quella che si tramandava nel paese, rabbrividendo. Una storia che pare quasi una favola.
E scopriremo anche la vera storia di Gori Misticò, ex maresciallo, cresciuto da solo, con una madre molto giovane. Non ha mai avuto fortuna con le donne. Ma ha avuto due grandi amici: Nicola ora medico e Michele, purtroppo morto a diciassette anni quando era ancora un ragazzino. Ed è più Michele che sente in testa ora, Michele che gli parla e lo spinge a vivere quanto gli resta, meglio che può. E Misticò, anche se vorrebbe smettere di combattere una battaglia ormai persa, pur imprigionato in un corpo malato che perde colpi, ci prova, ripartendo dalla sua storia personale. Proverà l’emozione di ritrovare alcuni tasselli dimenticati ma pronti a riemergere E, infine, da un cassetto spunterà la vecchia foto di un orrendo Paparino, e poi la documentazione, unico ricordo di un momento vissuto insieme tutti e tre, suo padre e sua madre e lui: una felice giornata in una specie di Disneyland calabrese.
Ma ora perché qualcuno lo segue? Una minaccia? Un emissario dei gruppi terroristici in cui si era infiltrato tanti anni prima? Insomma, ci sono altre cose da capire e sistemare. Frugando magari tra i meandri della burocrazia delle forze dell’ordine (bella la comparsata di Manzini, nelle vesti di vicequestore di Aosta).
Potrebbe essere una tentazione imbarcarsi su quella linea tesa dalle montagne al mare per cinque chilometri. Proposta che gli ha fatto una strana ragazza alla quale ha dato un passaggio in auto da Milano a Lamezia…
Con la sua scrittura parlante, in una Calabria a metà tra degrado e splendore, Fausto Vitaliano ci regala un grande noir, in un romanzo struggente e intriso di umanità, anche se per forza più malinconico dei precedenti. L’addio a uno straordinario personaggio che riesce a confrontarsi e convivere con la morte, ricco del suo grande amore per la vita.

Fausto Vitaliano sceneggia fumetti e cartoni animati per Disney e Rainbow e ha pubblicato storie e fumetti anche per Sergio Bonelli, edizioni BD e BD Music. Ha lavorato per radio, TV, giornali, tradotto libri e curato per Feltrinelli i volumi antologici di Beppe Grillo e di Michele Serra. Insieme a quest’ultimo ha scritto il monologo teatrale Tutti i santi giorni. Ha pubblicato i romanzi Era solo una promessa, Lorenzo segreto e La grammatica della corsa. Per Bompiani sono usciti due volumi della serie “Le ultime indagini di Gori Misticò”: La mezzaluna di sabbia e La sabbia brucia.

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