L’ospite e il nemico (Le varie di Valerio 84)

Raffaele Simone
L’ospite e il nemico. La Grande Migrazione e l’Europa
Garzanti, 2018
Filosofia e antropologia

Europa. Negli ultimi anni. Raffaele Simone osserva che a partire dal 2015 si è rovesciata sull’Europa una sottovalutata Grande Migrazione di massa, menziona alcuni episodi, dati e fatti del fenomeno, valuta sbagliato il modo in cui istituzioni pubbliche ed élites dirigenti l’hanno ricevuta, riflette sui possibili effetti sociali, culturali e politici che derivano dall’impatto. Non ha senso essere “pro o contro”, è gigantesca e crescente. Ed è altrettanto sbagliato negare che sempre più sarà un’inondazione tempestosa. Cerchiamo di capirla e di organizzare risposte adeguate, fin qui tutto giusto e scontato. L’autore è convinto che il processo abbia avuto inizio nel 2015 (l’anno in cui s’impennerebbe il flusso precedente di ondate intermittenti non particolarmente numerose), reso inquietante dal terribile intreccio di altri fattori globali estremi (soprattutto la crisi economica e l’attività terroristica). Secondo lui, non è proibito il confronto con le Invasioni Barbariche, diversi i mezzi ma non i moventi e i rischi di dissoluzione (dell’Impero o dell’Europa). La Grande Migrazione supera per imponenza e drammaticità le due più recenti ondate verso l’Europa, avvenute nel secondo Dopoguerra (dal Sud al Nord dell’Europa) e alla fine degli anni Ottanta (dall’Europa balcanica e slava verso Ovest) e sarebbe diversa da quelle preistoriche perché proveniente soprattutto da zone (Africa sub-sahariana e Asia centrale) che non avrebbero acquisito la moderna mentalità stanziale occidentale. L’autore rileva opportunamente che il diritto relativo al migrare ha due facce ben distinte: andarsene dal proprio paese, entrare in un paese “altrui”. Suggerisce preliminarmente di riflettere su due opzioni (frequenti): chi insiste sulla Colpevolezza per il passato cattivo e sostiene che l’Europa se lo merita; chi enfatizza un progetto di Grande Sostituzione degli europei da parte dei nuovi arrivati. Entrambe parziali.

L’autorevole linguista Raffaele Simone (Lecce, 1944) si è già spesso scagliato contro le mine ideologiche del Politicamente Corretto e lo fa anche qui, con consueta ripetitiva verve polemica. Ce l’ha con l’incoscienza e l’impreparazione mostrate dalle istituzioni europee e perlopiù con chi ancora amministra mite accoglienza sulla base del presunto principio costituzionale dell’”inclusione illimitata” (considerato molto sbagliato), proprio dell’Ideologia Europea. La prima parte (“Il presente e l’ombra del passato”) è colma di affermazioni apocalittiche, niente affatto scientifiche sul piano evoluzionistico, ecologico, antropologico e statistico, spesso superficiali e categoriche, con la scusa banalizzata di contrastare le (altre) ideologie. Manca l’analisi approfondita e comparata del fenomeno migratorio nella storia e nella geografia dei continenti (e del nostro). Trasuda astiosa contrapposizione verso alcuni noti intellettuali francesi del Club Radicale (fra gli altri Balibar e Withol de Wenden), confondendo il politicamente scorretto con lo scientificamente inesatto, come se, quando non si è d’accordo, sia poi conseguenza indispensabile usare linguaggi offensivi e assolutistici. La seconda parte (“Figure di un evento fatale”) riveste un indubbio interesse culturale. Pur non mancando ulteriori sfoghi retorici, l’autore riflette sul comportamento dei popoli antichi, greci e romani (da cui il titolo) verso nemici, ospiti e stranieri. Pur mantenendo arbitrarie comparazioni all’attualità, con acume e dotte citazioni individua quattro angolazioni d’analisi e dedica a ciascuna un godibile capitolo: chi può cercare accoglienza (da vicino o lontano, invitato o inatteso, pellegrino forestiero fuggiasco, sconvolgente o meno); come l’accoglienza può manifestarsi (figure, schemi e rischi del multiculturalismo); cosa possono diventare l’accolto dopo l’insediamento e il paese accogliente dopo gli arrivi. La terza parte (“Il segno del futuro”) prende in esame le prospettive e, con qualche realismo, il breve, medio e lungo periodo. L’autore opportunamente distingue paura e odio, xenofobia e razzismo e suggerisce di prestare più attenzione alla complessità e alle emozioni collettive. E di studiare meglio.

(Recensione di Valerio Calzolaio)

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