Valery Esperian
Il re Scorpione – Il fondatore dell’Egitto
(Romanzo dei Faraoni #6)
Fanucci, 2019
Il re Scorpione è il sesto volume della corposa saga di Valery Esperian, un collettivo formato da diversi autori appassionati del genere. Ogni romanzo della saga è stato materialmente scritto da una coppia di autori. I cinque volumi già pubblicati raccontano le avventurose storie dei faraoni di Egitto. Il primo è Cheope. L’immortale; il secondo Akhenaton. L’eretico; il terzo Tutankhamon. Il fanciullo; il quarto Ramses. Il figlio del sole e il quinto Cleopatra. La divina. Il re Scorpione è il prequel della serie, con le vicende delle leggendarie origini di ciò che noi sappiamo oggi sulla grande storia egiziana. Infatti, dopo avere raccontato la millenaria civiltà egizia attraverso gli occhi delle sue figure più famose, Valery Esperian (nom de plume che in questo caso cela Vincenzo Vizzini, vicedirettore di Writers Magazine Italia, editor e curatore della collana EbooK Delos Crime e uno dei suoi colleghi), racconta un’epoca che risale a quasi cinquemila anni fa, in quel territorio africano, poi detto l’Alto Egitto, lungo il Nilo. Un territorio selvaggio e quasi incontaminato suddiviso tra bellicose tribù sempre in lotta tra loro. Uno scenario rozzo e primordiale, in cui gli uomini dovevano battersi giorno dopo giorno per proteggere sé stessi, le mandrie e i piccoli villaggi da incursioni nemiche. E ci troviamo un protagonista di eccezione: il re Scorpione, una figura avvolta dalla mitologia, un sovrano egizio o forse il primo faraone della I dinastia. Questo faraone, conosciuto anche come Menes o Meni (… – 3125 a.C.), semi-leggendario primo unificatore dell’Alto e del Basso Egitto in una data attorno al 3000 a.C, è stato identificato con Narmer, anche se non esistono prove documentali. Tuttavia l’esistenza di questo sovrano è ampiamente provata da una paletta per trucco di straordinaria rilevanza storica (Tavoletta di Narmer), scoperta a Ieracompoli nel 1898, su cui compare il serekht con i glifi “nˁr mr”, e da numerosi altri reperti. Nermer sarebbe riconducibile, secondo le ipotesi più suffragate dagli studiosi, a uno dei capi delle nove tribù che popolavano l’Alto Egitto. Senza prove precise e documenti storici però, gli autori si sono basati su una avvincente ma plausibile ricostruzione avventurosa, regalando ai lettori una trama densa di amore, odio, amicizia, lealtà, tradimenti, passione e guerre.
Un drammatico incipit: villaggio di Issu, Alto Egitto, 3171 avanti Cristo. Al confine settentrionale del suo regno, Ombos, re Ka spia una sentinella, nascosto dietro un sicomoro. In missione con il suo luogotenente Lateef è deciso conquistare e distruggere un villaggio nemico alle sponde del Nilo. Amsi, il capo, si è rifiutato di riconoscerlo come sovrano e sottomettersi al suo dominio. Selket, maga e sposa di Amsi, che ha visto in un sogno premonitore la sua morte e la sanguinosa conquista del loro villaggio, tenta di mettere in guardia il marito ma invano. L’attacco dei nemici è inarrestabile, i nemici dilagano facendo strage e Ka lo uccide di fronte a sua moglie, dando inizio alla stupro della donne superstiti. Lo stupro di Selket sarà commesso davanti al cadavere del marito morto, eretto davanti a lei nella tenda come testimone e ulteriore orrido spregio. Selket si ribella come può e per vendicarsi rivela al malvagio re Ka una terribile profezia, che lo riguarda: uno dei suoi figli da adulto lo ucciderà per occupare il suo trono. Ka dà subito ordine di far fuori il suoi due figli bambini, ma invano. Qualcuno riuscirà a salvarli e uno sarà raccolto e cresciuto amorevolmente nella famiglia di un pescatore. Quel bambino chiamato Narmer, poi universalmente conosciuto come il Re Scorpione, diventerà una figura leggendaria sia come implacabile e formidabile guerriero che come eccellente stratega politico. Narner fu un sovrano saggio e giusto ma spietato verso i nemici. Lottò con determinazione per unificare le tribù dell’Egitto meridionale diventandone il dominatore assoluto. Il suo sogno era creare un unico grande impero capace di fondere i regni che si contendevano il Nilo. Una conquista militare del Basso Egitto sarebbe stata un’impresa ardua, ma Narmer sapeva che anche che solo portando pace e giustizia avrebbe potuto trasmettere al popolo il sentimento di unità fondamentale per dare vita all’impero egiziano. Per riuscirci si servì anche della religione, facendo di sé stesso l’unico uomo capace di mediare con gli dei e concedendo titolo di parità alle diverse confessioni locali. Tirò dalle sua parte i sacerdoti, tanto da imporre loro di diffondere le prime importanti basi per la diffusione di quella che si sarebbe rivelata un’arma potentissima: la scrittura. Vero fondatore dell’Egitto, dopo aver deposto le armi sposò la regina del Basso Egitto unificando i loro reami e regnando con lei. Un periodo storico lontano, dominato da continui conflitti che solo un uomo dal grande carisma come il re Scorpione è riuscito a controllare e a far cessare, pacificando e riunendo tutte le tribù sotto un’unica corona.
Ultimo capitolo di una bella saga che ha visto come curatore Franco Forte, in cui il rigore storico viene messo in secondo piano per la scarsità di fonti sull’antichissimo periodo storico, in favore dell’azione. Che ci richiama i ricordi dell’omonimo film con protagonista The Rock. E quindi un must anche per coloro che amano la fiction avventurosa americana.
Valery Esperian è un collettivo di autori: Antonio Tenisci, Elisa Bertini, Vincenzo Vizzini, Fabio Ancarani, Angelo Frascella, Daniele Pisani, Francesco Citro e Miller Gorini…