Martin Davies La Signora Hudson e la rosa del Malabar
Dietro un grande uomo, c’è sempre una grande donna.
Nel caso di Sherlock Holmes ce ne sono almeno due. La prima è senz’altro Irene Adler, l’unica che abbia saputo tenergli testa (“Uno scandalo in Boemia”). Ma ce n’è un’altra, più inaspettata e misteriosa, e risiede niente di meno che in Baker Street 221B. Anzi, è lei la vera “padrona di casa”. Stiamo ovviamente parlando della Signora Hudson, landlady di Holmes e Watson.
Sir Arthur Conan Doyle è estremamente avaro di dettagli quando si riferisce a Mrs Hudson. Nel canone compare soltanto in 11 storie su 60 e parla solo 3 volte, per un totale di 26 linee di dialogo. Ovviamente la vediamo sempre attraverso gli occhi di Watson, che fa da filtro e narratore. Per il buon dottore, la Signora Hudson poteva ben apparire come un mero personaggio di sfondo, un elemento di ambientazione. Ma se così non fosse?
Quello che è un elemento oscuro e poco definito nel canone diventa una miniera da esplorare per gli autori di apocrifi holmesiani come Martin Davies, che a Mrs Hudson ha già dedicato un altro romanzo, La Signora Hudson e la maledizione degli spiriti, pubblicato l’agosto scorso (Il Giallo Mondadori Sherlock n. 48).
In questa seconda avventura, la Signora Hudson e la sua assistente Flottie, la sguattera di casa, se la dovranno vedere con una situazione capace di mettere alle strette persino il grande Sherlock.
La Rosa del Malabar, gemma inestimabile donata da un maragià indiano alla regina Vittoria, è a Londra per essere esposta al pubblico. In contemporanea, è giunto in città anche il Grande Salmanazar, celebre illusionista ed escapista, una figura misteriosa, non immune da sospetti per una serie di furti di gioielli avvenuti durante i suoi spettacoli. Chi avrà la meglio? L’uomo capace di far sparire nel nulla la propria assistente con i suoi trucchi o un altro genere di “donna invisibile”, come la nostra insospettabile eroina? Non vi resta che leggerlo, per scoprirlo.
Enrico Solito Sherlock Holmes e l’anello del Vaticano
Quante volte è stato in Italia Sherlock Holmes? Elementare, nemmeno una.
Non secondo il canone, almeno. Tuttavia, nei racconti e nei romanzi apocrifi, come quello di Enrico Solito, in edicola a novembre, l’investigatore di Baker Street è stato parecchie volte nel nostro Bel Paese, dove ha aiutato le autorità locali, e persino il Papa, a risolvere crimini, enigmi e misteri apparentemente inspiegabili.
Un altro apocrifo sherlockiano ambientato nella Roma dei papi e pubblicato a gennaio di quest’anno è Richard T. Ryan, Il Segreto dei cammei vaticani (Sherlock n. 41). In quell’avventura, Sherlock e Watson tirano fuori dai guai papa Leone XIII, risolvendo un intricato caso di ricatto legato ai cammei di papa Alessandro VI Borgia. Guarda caso, anche Sherlock Holmes e l’anello del Vaticano ha per oggetto un misterioso cammeo, appartenuto però a un altro papa, Pio IX.
È davvero un caso? In realtà no, perché entrambi gli apocrifi, proprio come due ricostruzioni diverse dello stesso delitto, si poggiano sullo stesso indizio, in questo caso contenuto in una sibillina affermazione di Sherlock Holmes stesso ne “Il Mastino dei Baskerville”: “mi trovavo infognatissimo nella questione dei cammei vaticani e nella mia ansia di far cosa grata al Sommo Pontefice ho perso il contatto con molti casi accaduti qui in Inghilterra.”
W.P. Lawler Sherlock Holmes. Il villaggio della morte
Dicembre 1905.
Una serie di efferati omicidi scuote l’animo sonnacchioso della cittadina di mare di Torquay, nel sud dell’Inghilterra. Fra apparizioni spettrali, storie di pirati e morti misteriose, la località turistica, di solito meta ideale per chi si voglia rilassare, inizia a vivere nella paura, e la gioia e la serenità tipiche delle imminenti festività natalizie sembrano sempre più lontane. Per questo l’avvocato James Cary, proprietario di uno degli edifici più prestigiosi del posto, decide di appellarsi al noto duo di Baker Street, pregando Sherlock Holmes e il dottor Watson di recarsi nel Devonshire per far luce sui terribili fatti accaduti. Tuttavia, sarà solo grazie all’aiuto inaspettato di una vivace ragazzina del luogo, l’aspirante detective Aggie Miller, se il più famoso investigatore del mondo riuscirà a non rimetterci le penne. Chi è Aggie Miller? Qualcuno avrà già indovinato di chi si tratta in realtà… L’arrivo di Holmes e Watson non mette fine alla scia di cadaveri. A continuare lo stillicidio, un uomo, amico personale dell’avvocato James Cary, è stato incatenato agli scogli dell’insenatura ed è annegato per l’alta marea. Fra lugubri intrighi, misteri locali e colpi di scena, Sherlock Holmes e il suo compagno di mille avventure si ritrovano dunque ad affidarsi a un insolito terzo “socio” nella loro celebre attività. Vediamo cos’ha da dire a sua discolpa la piccola Aggie quando viene colta in flagrante a praticare la sua attività di detective dilettante:
Barry S. Brown La signora Hudson e i segreti di Parkerton Manor
E se il vero investigatore del 221B di Baker Street non fosse Sherlock Holmes ma… la sua padrona di casa? Nelle brillanti avventure scritte da Barry S. Brown, è la signora Hudson la vera mente investigativa, mentre il famoso detective ne è semplicemente… il prestanome maschile. In questo romanzo, il dottor Watson confessa di aver dovuto mentire in passato, distorcendo i propri resoconti, a causa della mentalità di un’epoca che relegava le donne ai margini della società. Ma da adesso in poi, finalmente, le storie possono essere narrate senza più sotterfugi. È in una triste giornata invernale che lady Parkerton si presenta all’agenzia investigativa della signora Hudson. La vedova le chiede aiuto per risolvere l’enigma della morte del marito, che all’apparenza sarebbe stato avvelenato durante la cena di Natale in famiglia. La cosa strana è che tutti gli altri ospiti sono rimasti illesi, pur avendo mangiato e bevuto alla medesima tavola. La trama si infittisce quando viene rinvenuto un secondo cadavere, quello del cocchiere di famiglia, e quando le indagini coinvolgono personaggi inquietanti come non mai: il leggendario Rajah Bianco di Sarawak e i suoi seguaci cacciatori di teste. Riuscirà la geniale governante a risolvere l’enigma prima che la sua testa diventi un macabro trofeo nelle giungle del Borneo malese?
Amy Thomas Sherlock Holmes. La leggenda del pirata
Trovare il tesoro di un pirata… o dimostrare che non esista. È questa la nuova sfida lanciata al noto detective di Baker Street, accompagnato in un’avventura oltreoceano dall’affascinante e arguta Irene Adler, coprotagonista della vicenda al posto del buon vecchio Dottor Watson (impegnato, diciamo, in… altro). Leggende locali sull’oro del pirata Gaspar hanno attirato gente poco raccomandabile sulla pacifica isola di Sanibel, turbando la quiete locale, e così la caccia al tesoro tra le isole a largo della Florida si rivelerà ben presto più complicata del previsto per l’affiatato duo Holmes-Adler. I due vecchi nemici-amici devono assolutamente trovare il tesoro prima che ci metta le mani sopra il “Barone“, misterioso criminale a capo di un gruppo di loschi figuri. Complotti, pirati, servizi segreti e un pizzico di atmosfera alla Stevenson, questi gli ingredienti che vi aspettano tra le pagine del nuovo libro di Amy Thomas!
James Moffett Sherlock Holmes. La notte degli inganni
È in un’emblematica notte “buia e tempestosa” che la tranquillità del 221B di Baker Street viene stravolta. Sherlock Holmes e il dottor Watson si stanno svagando con i loro passatempi prediletti, avvolti nel calore confortevole del caminetto, quando un nuovo caso bussa letteralmente alla porta. Una giovane pallida, impaurita e zuppa di pioggia cade svenuta non appena fatta entrare. Si chiama Eleonora Harper ed è sconvolta dalla repentina scomparsa della sua cara e unica amica: Lucy Ward, una donna che per guadagnarsi da vivere fa… il mestiere più antico del mondo. L’unico indizio a disposizione è il brandello annerito di una lettera minatoria, che recita: …niente più intrusioni. Potrebbe arrivare il giorno in cui anche tu non vedrai più l’alba. È questo l’inizio di un‘insidiosa e logorante avventura tra i più infimi vicoli di Londra, terribili omicidi e pericolosi criminali in grado di mettere alla prova il più famoso investigatore del mondo, in un’indagine che, come si può dedurre dal titolo originale (An Element of Deceit), si trova in bilico sul labile confine tra menzogna e verità.
Su questo ci ritornerò sopra.