Stephen Markley
Ohio
Einaudi Stile Libero Big, 2020
Traduzione di Cristiana Mennella
Finito il lockdown, durante una delle varie fasi che hanno scandito gli ultimi mesi, una mattina mi sono trovata a passeggiare per le strade di Roma. Ancora vuote, irriconoscibili, che tuttavia provavano a rinascere. Sono entrata in una Feltrinelli e, dopo una rapida lettura delle quarte di copertina, ho letteralmente arraffato un pugno di libri tra quelli consigliati dai librai. Con una sorta di ebbrezza per aver potuto portare a termine quell’attività fino a qualche giorno prima preclusa: entrare in libreria, sfogliare, scegliere. È stato uno dei momenti clou del mio ritorno alla nuova normalità. Tutto questo per dire che nel pugno di libri è entrato, in modo casuale, questo splendido Ohio.
New Canaan, Ohio. È il giorno del funerale di Richard Rick Brinklan. È in questa triste, sfortunata occasione che incontriamo – di persona o solo menzionati – i personaggi che, nel corso del libro, conosceremo meglio.
Qualche anno dopo, in una calda notte di luglio, una manciata di quasi trentenni, ognuno per i fatti suoi, sta tornando a New Canaan. Durante il viaggio, man mano che la strada si apre su scorci familiari, hanno dei flashback sugli ultimi dieci anni delle loro vite, il percorso post-liceale, e fanno i conti con un presente svariatamente infelice. Bill, Stacey, Dan, Tina hanno vissuto il loro momento di gloria fra i banchi di scuola: bellissimi o brillanti, o ancora eccellenti nello sport, legati dai primi amori e da un solido spirito di gruppo, hanno attraversato i conflitti adolescenziali con le famiglie, la ribellione, la scoperta della libertà fatta di droghe, alcol e sesso. Poi l’università, l’abbandono della cittadina e degli amici. Un abbandono netto, repentino. Si sono persi di vista, con il miraggio di prospettive strabilianti e “grandi cose”.
Ma le cose non sono andate affatto bene. Non per Bill, che ha autosabotato una promettente carriera da attivista dei diritti umani con generose dosi di alcol e droga, perso nel ricordo della bellissima Kaylyn, la mantide del liceo. Meglio per Stacey, che ha accettato la propria omosessualità dopo la traumatica rottura della relazione con l’affascinante Lisa Han e ora cerca di costruire una carriera accademica nel mondo della letteratura. Ma anche lei ha lasciato a New Canaan segreti e rimpianti. E che dire di Dan, che in una delle missioni all’estero da militare ha perso un occhio. Ora lavora in un’impresa ma non riesce a dimenticare ciò che ha vissuto in Iraq e Afghanistan. E infine Tina, con il suo inconfessabile segreto: c’è un’ultima cosa che deve fare prima di sposare Cole. E ci sono Hailey, Rick, Todd, il professor Clifton…
Si ritrovano tutti a New Canaan in una sera d’estate, si sfiorano e si scontrano, a malapena si riconoscono.
Qualche anno dopo, nel 2017, in una notte di tregenda, in un bar avviene un ultimo incontro tra i due superstiti più determinati e lucidi. Un incontro non risolutivo per loro, ma al lettore Stephen Markley fa il regalo di non lasciare dubbi. Così, anche se nella vita le cose non sempre hanno una spiegazione, almeno quando chiudiamo Ohio abbiamo qualche – poco rassicurante – certezza.
Ohio è un romanzo di formazione, il racconto di una generazione che passa dalla promessa adolescenziale di un futuro radioso e felice all’illusione del sogno infranto, solo dieci anni dopo. Nel mezzo il conflitto tra la ricerca della felicità e il confronto impietoso con la realtà. C’è dentro tutto: le droghe, la politica, l’11 settembre e il ritorno del sovranismo che ha spianato la strada a Trump, l’ingenuità e il complottismo, la religione, la provincia industriale e operosa in declino, il conflitto generazionale, di genere e razziale. Su tutto aleggia un alone di mistero, un “non detto”, qualcosa di sfuggente e impalpabile che ha pesanti ricadute sulle vite delle persone.
L’affresco di una generazione in bilico che poteva aspirare a tutto, ma che si è dovuta accontentare di poco o nulla. Una generazione che si è arresa ancora prima di provarci.
Un romanzo amaro, a tratti crudo, ma assolutamente imperdibile.