Peter May
Lockdown
Einaudi Torino, 2020 (orig. 2020, però)
Traduzione di Alessandra Montrucchio e Carla Palmieri
Thriller
Recensione di Valerio Calzolaio
Londra. In piena pandemia. All’alba un operaio spilungone magro e atletico, scavatore al cantiere nell’Archibishop’s Park (stanno costruendo un ospedale) intravede un borsone in fondo a una buca, è stato buttato nella notte, prima non c’era. Lo apre, sbianca, arrivano altri, trovano ossa umane e il teschio di una bimba di origini cinesi. La scena del crimine va sigillata, sospesi i lavori, anche se in tanti spingono per ricominciarli. Viene chiamato l’ispettore MacNeil, scozzese alle soglie della pensione, che da mesi non si fa vedere al lavoro, ubriacandosi spesso. L’omicidio è avvenuto da poco e l’esecutore si è sbagliato, il borsone non andava trovato. Il mandante Mr Smith chiama il sicario capo Pinkie per rimettere a posto le cose. Il fatto è che siamo in piena pandemia, tutto chiuso. Lockdown fu scritto 15 anni fa dal bravo autore e giornalista Peter May (Glasgow, 1951), che fece accurate ricerche su Spagnola e Sars. Ora finalmente è stato pubblicato ed è proprio un bel noir.