Lars Kepler
L’uomo dello specchio
Longanesi, 2020
Traduzione di Andrea Berardini
Recensione di Patrizia Debicke
Non ti spaventi facilmente e ti piacciono i thriller con ambientazione nordica?
Hai già letto qualcosa di Lars Kepler e quindi sai cosa aspettarti?
Beh, allora L’uomo dello specchio è il libro per te. Il nuovo thriller della coppia svedese Alexander e Alexandra Ahndoril, in arte Lars Kepler, è appena approdato in libreria. Come sempre “con loro alla penna”: violento, truculento, avventuroso ma che, nonostante il sangue, le spaventose descrizioni di torture e delitti con cadaveri orribilmente martoriati, riesce a incollarti fino in fondo alle pagine.
Ancora una volta un avvincente romanzo corale dotato di una funambolesca architettura al limite del fantascientifico. Certo, di un thriller sarebbe delittuoso svelare il plot e quindi io, rispettando la regola, vi dirò ben poco. A parte qualche assaggino: tornano i personaggi principali dei primi libri dei Kepler. Rivedremo Joona Linna, il commissario dagli occhi grigi e dal dolce accento finlandese, Margot Silvermann, ex commissario investigativo, diventata il suo nuovo capo e Erik Maria Bark, che ci rimanda al loro primo libro, L’ipnotista, del 2010.
Ma entriamo nella trama: una passante, nel pieno di una notte di pioggia, trova una ragazza barbaramente impiccata con un cavo di acciaio all’arrampicatoio del parco giochi di un quartiere residenziale di Stoccolma. Con ogni evidenza si tratta di un omicidio efferato, anzi parrebbe un’esecuzione in piena regola.
Il commissario Joona Linna, arrivato sulla scena del delitto quasi per caso di ritorno dall’aeroporto dopo aver accompagnato la sua compagna in partenza per il Brasile, riconosce nella vittima Jenny Lund, una liceale scomparsa cinque anni prima mentre tornava da scuola. Una compagna, che aveva assistito impotente all’aggressione, aveva testimoniato di aver visto l’amica svenuta e trascinata su un tir, dopo essere stata colpita da quello che riteneva il conducente, un uomo grosso che indossava un giaccone scuro… Subito dopo la scomparsa della poveretta, la polizia, la stampa e la famiglia avevano fatto di tutto per trovarla, ma pian piano il rapimento era stato soppiantato da casi più urgenti e tutti avevano cominciato a considerarla morta, e invece era ancora viva…
Dalle telecamere in zona, a parte la donna ancora sotto choc che ha scoperto il cadavere di Jenny Lind, risulta che ci sia anche un testimone oculare, un uomo a passeggio con un cane, che sta per essere accusato dell’omicidio senza neppure essere stato veramente ascoltato. Ma, per sua fortuna, anche in contrapposizione con il nuovo capo Margot Silermann, il nostro amico finlandese Joona Linda prenderà in mano il caso e, scavando più a fondo, la faccenda prende una piega diversa: l’uomo era presente, sicuramente è un testimone chiave, ma ha paura, non ricorda nulla e neppure riesce a parlare di ciò che è accaduto. Perché è vittima di gravi problemi mentali e soffre di seri disturbi comportamentali legati a un trauma che ha subito.
Per riportare a galla i suoi ricordi, al commissario Joona Linna non resterà che sollecitare l’aiuto di un medico che conosciamo bene: Erik Maria Bark, l’ipnotista. Nel frattempo, però, l’assassino di Jenny non resta fermo ad aspettare. Ci saranno altre vittime…
Ora più che mai, se qualcuno conserva uno spaventoso segreto imprigionato nel buio della mente, deve essere aiutato a ricordare. Bisogna assolutamente trovare il modo di ricucire i pezzi di una storia dai contorni sempre più inquietanti, individuare il colpevole e consegnarlo alla giustizia.
L’uomo dello specchio è un coinvolgente thriller psicologico che si confronta con tre diverse forti problematiche: la violenza sulle donne, il fanatismo e il disturbo dissociativo di identità. Ma, come i precedenti romanzi che hanno come protagonista Joona Linna, benché ogni volta la trama si frammenti in diversi piani complementari che devono arrivare a integrarsi tra loro, è anche un thriller d’azione, sempre veloce, pulsante e incalzante.
Chi ha letto gli altri romanzi della serie sa bene quanto lo stile di scrittura dei due autori, fatto di frasi brevi, linguaggio secco, preciso, tagliente, garantisca la suspense unita all’altra loro specifica caratteristica: la crudezza. Nella serie di Joona Linna, infatti, niente è soft, il macabro è scontato e anzi in crescita a ogni nuova puntata. Altrettanto sono largamente garantiti paura, follia, mistero e adrenalina, compensati da amore, passione e desiderio di giustizia.
Poi, come sempre, nell’epilogo i Kepler lanciano ai lettori una succosa esca tentatrice. Che dite? Abbocchiamo? Aspettiamo il prossimo?
Lars Kepler è lo pseudonimo dei coniugi Alexander Ahndoril e Alexandra Coelho Ahndoril. Vivono a Stoccolma con le loro tre figlie, a pochi metri dalla centrale di polizia. Sono appassionatissimi di cinema e da quando si conoscono guardano almeno un film al giorno. Entrambi sono scrittori, ma nel 2009 hanno deciso di sospendere momentaneamente le loro carriere separate per provare a scrivere un romanzo insieme. Ne è nato il caso editoriale europeo del 2010, L’ipnotista, seguito dagli altri, sempre con il commissario finlandese Joona Linna come protagonista.