Ingrid Seyman
La piccola conformista
Sellerio Palermo, 2021 (originale La petite conformiste, 2019)
Traduzione di Marina Di Leo
Romanzo
Recensione di Valerio Calzolaio
Marsiglia. 1975-1985. Esther Dahan è una bimba nata “da una pecorina” in una località sciistica, da genitori sessantottini che non nascondevano la preferenza per quella posizione: madre Elizabeth Babeth, atea, aria da figlia dei fiori, capelli biondi e occhi nocciola, padre Patrick, ebreo, bancario di professione, responsabile-grossi-clienti, bruno con sopracciglia bionde, occhi azzurri. Quando Esther ha tre anni (1975) decidono di separarsi, poi cambiano idea e le danno un fratellino, l’iperattivo Jeremy, da circoncidere (il che suscita la sua invidia). Lei diventa presto un’incorreggibile conservatrice reazionaria, inizia a definirsi esplicitamente “di destra”. Tanto più che li mandano alla scuola cattolica nel quartiere più borghese di tutta Marsiglia. Non può che accadere di tutto, fino al fatidico 7 gennaio 1985. Ironica divertita resoluta narrazione in prima “infantile” per il bell’esordio letterario, La piccola conformista, della giornalista e regista francese Ingrid Seyman.