Europei senza se e senza ma – Guido Barbujani

Guido Barbujani
Europei senza se e senza ma. Storie di neandertaliani e di immigrati
Bompiani Giunti, Milano Firenze, 2021 (nuova edizione, prima ed. 2008)
Genetica
Recensione di Valerio Calzolaio

Europa. Da milioni di anni. Le prime impronte di forme umane fuori dall’Africa risalgono a quasi due milioni di anni fa, da almeno un milione Homo heidelbergensis cammina anche in Asia e in Europa, da oltre 300 mila anni in Europa sopravvivono e si riproducono anche i Neandertal, i Sapiens da quasi 50 mila anni. Nessuno può dire con sicurezza cosa sia successo nel periodo in cui si dividevano lo stesso continente quelle due specie umane (accanto ad altre), i Neandertal e i nostri antenati (di entrambe vi è da allora traccia nel genoma dei residenti europei), a volte così vicini da potersi guardare da versanti opposti di una valle. Circa 40 mila anni fa siamo rimasti soli. Nella migliore delle ipotesi gli “altri” si sono estinti non per volontaria causa nostra, nella peggiore li abbiamo spinti noi a estinguersi (più o meno direttamente). A quel tempo gli immigrati eravamo tutti noi, gli europei di una volta oggi non ci sono più. Prima e dopo di noi il clima è cambiato più e più volte nel continente a nord del Mediterraneo. I Neandertal, per esempio, hanno attraversato due grandi ere glaciali, Riss e Würm: seppero abituarsi a stare al ghiacciato, all’arso e in cangianti situazioni differenti. Vale davvero la pena di conoscerli più da vicino, non così diversi da noi, all’aperto e a tavola, con le loro tecnologie musiche parole bigiotterie cosmesi. Un certo strabismo è opportuno, si può e si deve apprezzare la loro unicità, tanto più che nelle nostre cellule sapiens abbiamo scoperto tracce leggibili delle migrazioni e delle genealogie delle specie precedenti e, soprattutto, noi europei (tutti neri fino a circa 10 mila anni fa) di quelle neandertal. Da qualunque fattore dipenda la nostra facoltà del linguaggio, questo fattore si è evoluto in qualche antenato comune. Se l’uomo è animale parlante, i neandertaliani non erano meno uomini di noi.

Il grande scienziato genetista Guido Barbujani (Adria, Rovigo, 1955) ha insegnato a New York e Londra, a Padova e Bologna, ora a Ferrara; da 45 anni studia e lavora pure sperimentalmente sul DNA; con chiarezza e completezza prova a tradurre la genetica delle popolazioni europee per noi principianti concittadini. Il volume uscì con successo 13 anni fa e viene ripubblicato ora in edizione economica; il fatto è che non è bastato dargli una sistemata; sono cambiati sia i dati scientifici che il contesto europeo (da ultimo con la Brexit); l’autore ha finito per aggiornarlo in larga parte e proprio per riscriverne tre quarti. La struttura è restata la stessa, ma datazioni teorie ipotesi citazioni esempi approfondimenti hanno dovuto tener conto dell’accelerata evoluzione degli studi. La sostanza viene ampiamente confermata: da milioni di anni siamo in continuo spostamento di qua e di là; è essenziale continuare a ricostruire queste migrazioni e i fenomeni per cui certe popolazioni si sono fuse con altre; nessun popolo ha mai avuto radici pure e univoche; i “veri” europei ci sono forse stati ed erano i neandertaliani, estintisi in seguito a un fenomeno migratorio (sapiens) dall’Africa; non c’è più, da nessuna parte da millenni (e anche qui ora), qualcuno che si possa chiamare veramente europeo, senza se e senza ma. Mancano purtroppo ancora una riflessione collettiva e una discussione teorica multidisciplinare sul significato antico e moderno del migrare (assente anche nel piccolo glossario finale), sui differenti concetti storici e geografici di emigrazione e immigrazione (più usato il secondo per motivi contingenti, per quanto condivisibili), sui gradi animali e specificamente umani di necessità e libertà nel cambiare stabilmente (o stagionalmente) residenza in relazione alle altre specie e agli ecosistemi (mutevoli climaticamente).

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