AA. VV.
Condominio Noir
Antologia a cura di Livia Frigiotti con racconti di Livia Sambrotta, Cecilia Lavopa, Lucia Tilde Ingrosso, Luisa Gasbarri, Paola Rinaldi e Sara Kim Fattorini
Watson Edizioni
Recensione di Patrizia Debicke
Dopo l’accorta regia di I delitti dei Castelli, Livia Frigiotti torna in casa Watson con questa intrigante antologia noir, una raccolta tutta al femminile che indaga il grande universo nascosto all’interno dei condomini. Sei brevi ma intriganti storie a tinte noir con il mare a fare da sfondo, come un falso e ingannevole specchio dell’immaginario.
Sei donne che si troveranno costrette nel ruolo di investigatrici, trascinate o quasi tenute in ostaggio da fatti, storie e realtà drammaticamente imprevedibili, fra quelle pareti condominiali che dovrebbero essere domestiche, familiari e prive di insidie e invece possono rivelarsi l’oscura anticamera di sospetti, gelosie, invidie, curiosità e tentazioni morbose. Segreti, ricordi e misteri celati o quasi dimenticati che vedranno la luce pagina dopo pagina.
Nel suo “Controvento”, un racconto ambientato in una tempestosa giornata di mare a luglio, Livia Sambrotta ci presenta la protagonista in smart working per un mese a Bogliasco. Sofia, la solare ragazza bionda che abitava al secondo piano, è stata ritrovata impiccata nell’androne della palazzina appena due ore prima. La disperata richiesta di aiuto, l’ambulanza, la polizia, le domande a tutti gli inquilini. Qualcuno l’avrebbe sentita discutere? Sofia si è uccisa? L’angoscia e lo choc e poi, impercettibile e strisciante, l’inquietudine che comincia a contagiare tutti…
In “Il mare non ha ricordi” Cecilia Lavopa inanella a Sanremo la sua storia, punteggiata da una serie di oscuri, angoscianti e rivelatori flash back. La protagonista, Salva, madre single, padre ormai ospite di una casa di riposo, drammaticamente orfana alla nascita, ha poi vissuto il trauma dell’incomprensibile scomparsa di Viola, un’amata e devota sorella maggiore. Da allora si è sforzata di costruire, giorno dopo giorno, una sua piccola quotidiana difficile e combattuta realtà. Ama il figlio, che vorrebbe proteggere ma anche farne un uomo. Tuttavia la mostruosità del male, annidata per anni nella inimmaginabile perversità della psiche, sta per risvegliarsi ed è pronta a esplodere.
Lucia Tilde Ingrosso invece, in “Terrazza con vista” ci trasporta a Moneglia, borgo marino gioiello tra due campanili. E ci regala un racconto in continua altalena tra presente e passato che rimanda a una sequenza di tragici episodi risalenti al 1981, ben quarant’anni prima. A scavare sull’incomprensibile suicidio di un uomo bello e ricco, gettatosi dall’ultimo piano del condominio, seguito pochi giorni dopo dall’annegamento, in un terribile incidente, della scioccata testimone di allora. Per poi passare al 2021, alla gita a tre di Marianna, suo figlio e il suo nuovo compagno. Un agognato soggiorno al mare in quel condominio di buon livello ma sfortunato, e un nuovo placido amore che le offre gioia e sicurezza. Un soggiorno disturbato dal risvegliarsi della curiosità sui fattacci del passato. Un passato da svelare fra le pagine di vecchi libri che nascondono segreti.
La location di “Yuri Sisterhood”, quarto racconto dell’antologia a firma Luisa Gasbarri, è una futuristica isola del Giglio o Yuri Island, come l’hanno ribattezzata i latitanti della capitale che ne hanno fatto il loro ambito rifugio. Isola alla quale si arriva solo dal cielo: ormai da decenni infatti il tratto di mare che la circonda è una riserva protetta. E saranno Kehit e Jane, due agenti investigative del Settore Orientale della City, un tempo Roma Est, a ricevere l’incarico di recarvisi in elicottero, ormai unico modo per mettere piede in quella splendida e riservata vastità. Yuri Island è destinata a un eterogeneo circolo di utenti di lusso che si spartiscono gli interni spartani e minimalisti di Faro Capel Rosso, abbandonato dai guardiani. Il loro incarico è scoprire chi e perché ha eliminato Ursula, una particolare ospite di quella specie di manicomio abitato da artisti di fama anche mondiale, da pseudo hippy scatenati e altri personaggi che si contendono le meraviglie locali.
Paola Rinaldi ci offre il perfido “Terrazza con vista”, narrato in prima persona da un’inquilina dei piani alti di un condominio con vista mare e senza vere problematiche di coabitazione. Un po’ di sopportabilissimo viavai di cornutaggini varie e la triste, talvolta rumorosa ma accettabile presenza del figlio autistico nell’appartamento confinante. Questo però solo fino a quando il “benestante coglione” che le abitava di fronte, con moglie amante della montagna e pertanto sempre assente ad agosto, non verrà ritrovato morto stecchito nel suo terrazzo. Il detto coglione amava camminare spericolato sui balconi anche altrui, in caccia della gatta Mimì, e probabilmente quella notte la stava cercando, ma la sua morte appare così strana da generare una bella confusione nel palazzo e provocare l’intervento dalla polizia, con non poco disturbo per tutti gli inquilini. Ci sarà una chiave per spiegare il mistero?
Il sesto racconto, “Senza lasciare traccia”, della new entry Sara Kim Fattorini, ha per protagonista Greta, donna libera come l’acqua, sicura, indipendente, tornata dopo anni da giramondo alla sua isola e ai suoi tanti ricordi infantili. Come quelli della famiglia di un direttore di banca che trascorreva le vacanze nella casa accanto e della loro bambina, sua coetanea, adottata ma amatissima, indiana di origine, scomparsa a quattordici anni lasciando genitori e fratelli nella disperazione. Ma come e perché? Sparita, senza più un’identità, via da sola, lontana? Era ciò che voleva? O forse bisognava insistere e continuare a cercarla?
Livia Frigiotti nasce a Roma nel 1972, vive e lavora a Frascati, cittadina dei Castelli Romani. Lettrice esperta soprattutto del genere giallo/noir, è l’inventrice e la curatrice della Rassegna Culturale Noir in Villa che si tiene proprio a Frascati. Ha pubblicato nel 2019 il romanzo I delitti dei Castelli. Le indagini del maggiore Malvasi per Watson edizioni.
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