Nora Venturini
Paesaggio con ombre
Mondadori, 2022
Recensione di Patrizia Debicke
Una serata romana settembrina, ancora quasi estiva, sfiorata delicatamente dal Ponentino. Debora Camilli, la ventiseienne tassista più indisciplinata di Roma, ha appena scaricato un trio di giovani musicisti davanti all’Auditorium del Flaminio. Nel suo inglese maccheronico ha chiacchierato per tutto il tempo con il maschio del terzetto, un rosso finlandese barbuto decisamente simpatico. Sono le 19,30 e il suo turno finisce alle 21. Mancherebbe solo un’ora e mezzo: potrebbe aspettare la fine del concerto e l’uscita dei suonatori seduta al bar del parco e intanto concedersi uno Spritz.
Purtroppo dall’autoradio l’antipatica voce dell’impiegata della cooperativa taxi ingiunge inflessibile: «Siena 23, datti una mossa e vai a prendere un cliente, a Lungotevere Flaminio, ce l’hai in zona!»
Sembra proprio che i morti ammazzati si divertano ad attraversare la strada di Debora Camilli, sul lavoro Siena 23, tassista da tre anni per necessità (da quando ha ereditato licenza e macchina alla prematura morte del padre per infarto) e detective per vocazione, e stiano per costringerla a intrufolarsi in una terza indagine. All’inizio, superato il semaforo di piazza Gentile
da Fabriano, quando vede un branco di gente affacciata alla balaustra del ponte della Musica ci fa poco caso, ma appena svoltata sul Lungotevere qualcosa la costringe a rallentare e poi a fermarsi di colpo. In seconda fila, davanti alle scalette che scendono al fiume, sono parcheggiate un’auto della Municipale e una volante della polizia con il lampeggiante acceso. E se non bastasse l’aria è ferita dall’ululato di una sirena in arrivo. Conoscendo Debora, sappiamo che la luce azzurrina delle volanti ha su di lei lo stesso effetto di una lampada per le falene: se solo la vita le avesse permesso di completare l’apprendistato come ispettrice, seduta a bordo di una di quelle auto oggi potrebbe esserci lei.
Deve sapere. Chiede in giro. Il cane di una signora che stava facendo jogging ha fatto scoprire il cadavere di un uomo. La sua telefonata ha fatto accorrere i soccorsi che hanno ripescato dal Tevere il cadavere di un giovane uomo. Il morto è senza documenti. Il medico legale dovrà trarre le conclusioni: potrebbe essere un suicidio ma…
Per Debora scoprire cos’è successo diventa subito un rovello. Tanto che il giorno dopo, appena riesce a liberarsi dopo ben nove ore filate di servizio come tassista, si reca ad annusare l’aria al vecchio commissariato di San Lorenzo. E intercetta il piantone per il quale ormai è faccia nota e amica, per il suo ruolo di collaboratrice semiufficiale che è valso una promozione alla sezione Omicidi della Questura centrale per il commissario Raggio – quarantenne ohimè sposato per il quale prova ricambiata una pericolosa e complicata intesa sentimentale difficile da gestire – e due suoi fedeli collaboratori. Raggio è già tornato dalle vacanze e sta radunando le sue cose per traslocare in Questura. Intanto si scoprirà l’identità del morto: Guido Dantice, un giovane, promettente e già stimato restauratore che lavorava sul prezioso quadro di un collezionista. E, subito dopo, che l’ipotesi suicidio è da scartare. La vittima infatti era morta prima di finire nel Tevere, colpita con un colpo in testa e poi travolta da una macchina.
La gente di solito viene uccisa per passione o per denaro. Anche stavolta è stato così?
Mentre Debora intraprende a naso le prime indagini informali, a partire della famiglia del restauratore per poi andare a ficcare il naso alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Raggio verrà informato che la direzione del caso è stato affidata alla piemme Caterina Carrano, bella e preparatissima, per la quale quattro anni prima ha rischiato di mandare all’aria il suo matrimonio. Storia chiusa?
In Paesaggio con ombre, come nei precedenti romanzi con Debora Camilli, Nora Venturini ci prende per mano e ci fa camminare per la sua Roma. Da un lato ci fa toccare con mano le meraviglie della città eterna, baciata dal tepore del sole e adorata dai turisti, dall’altra ne evidenzia i difetti: il caos del traffico, le splendide strade e le piazze perennemente affollate e le lunghe notti troppo spesso inquiete. Insomma una città con mille facce e mille diverse verità da raccontare, come tutte le metropoli.
Debora Camilli si conferma un personaggio particolare. Anticonformista, maschiaccio, scatenata e perennemente incasinata. Appare forte quanto è fragile, piena di voglia di tenerezza, euforica e subito dopo depressa. Irrimediabilmente ritardataria, bugiarda, scombinata ma decisamente adatta a fare quello che vorrebbe fosse il suo vero lavoro, vice ispettore di polizia. Ma la improvvisa morte del padre le ha tarpato le ali costringendola a mettere da parte i sogni e accollarsi il taxi di famiglia. Generosa, confusionaria ma sempre con il cuore in mano, anche quando il voler far troppo e la mancanza di sonno le impediscono di mantenere le promesse. Ma talmente determinata e intuitiva da stuzzicare perfino l’interesse della piemme e farle dire «Non le chiedo perché non è più entrata in polizia. Però è un peccato»… e aggiungere: «È giovanissima. Ha tutta la vita davanti. È ancora in tempo. Ci pensi».
Giallo ben articolato che riesce a incuriosirci. C’è subito l’omicidio, poi i possibili indiziati, le motivazioni ma anche i tanti perché della farraginosa vita di Debora, mischiati ai suoi cari, ai suoi sogni, ai suoi timori e ai suoi desideri. Qualcosa cambierà o Debora, poliziotta mancata, dovrà continuare a darsi da fare al volante di Siena 23?
Nora Venturini è regista teatrale e sceneggiatrice. Ha firmato numerose regie teatrali e scritto varie serie tv e tv movie. Ha esordito nella narrativa con L’ora di punta, la prima indagine della tassista detective (Mondadori, 2017, ora in Oscar), cui ha fatto seguito Lupo mangia cane (Mondadori, 2018). Nel 2019 è uscita la terza indagine di Debora Camilli, Buio in sala. La serie della tassista detective è stata pubblicata in Germania, in Spagna e in America Latina.
1 Comment