Lo smemorato di Sanremo – Achille Maccapani

Achille Maccapani
Lo smemorato di Sanremo
Fratelli Frilli Editore, 2022
Recensione di Roberto Mistretta

Nel titolo del suo ultimo romanzo, Lo smemorato di Sanremo, Achille Maccapani richiama un fatto di cronaca del secolo scorso diventato un celebre film con Totò: “Lo smemorato di Collegno” del 1962, ispirato al caso Bruneri-Canella realmente avvenuto nel 1926.
Anche la storia romanzata da Maccapani prende spunto da fatti realmente avvenuti in Liguria e ambientati dall’autore a Sanremo. Una storia che inizia con l’impossibilità per un architetto di fama mondiale a visitare lo zio, l’avvocato Armando Rondelli, ospite, ma forse sarebbe meglio dire prigioniero, di una casa di riposo a Bajardo, nell’entroterra tra la Valle Armea e la Val Nervia. L’anziano, infatti, a seguito di apposito ed esplicito veto dei familiari più stretti, non può incontrare nessuno.
L’architetto, in vacanza a Dolceacqua, si rivolge quindi alla polizia per chiedere un intervento urgente dopo i reiterati dinieghi della direttrice. Il commissario Francesco Orengo si insospettisce e vuole vederci chiaro. Ma puzza di bruciato arriva anche da un nuovo ristorante molto in voga, il Music & Lights, dove circolano facce sospette e che proprio in quel periodo inizia a frequentare. Ad affiancare Orengo troveremo la sensuale Martina Rebaudo e gli amici del borgo medievale dove e nato e grazie ai quali riuscirà a fronteggiare anche il questore Maurizio Di Leva, il suo avversario più agguerrito.
L’epilogo agro, come in ogni noir che si rispetti, vedrà Orengo risolvere i casi e proiettarsi verso nuove avventure nella magnifica location di Sanremo.
Torna dunque il commissario Francesco Orengo che abbiamo conosciuto lo scorso anno al suo esordio nel romanzo Delitto al Festival di Sanremo. Maccapani, che ha già ultimato una nuova storia sempre ambientata a Sanremo, sembra trovarsi davvero a proprio agio col commissario nativo di Castelvittorio (Imperia), che per lavoro si ritrova a indagare tra i rioni di Sanremo e nel suo entroterra.
Dopo l’uscita del primo romanzo, le richieste dei lettori e della mia casa editrice mi hanno dato l’input giusto per questo seguito. Il commissario Francesco Orengo è uno sbirro tornato nel ponente, dopo tanti anni di esilio professionale e ha molto da riscoprire nel suo territorio” dice lo scrittore Achille Maccapani. “Grazie al mio commissario, posso spaziare tra i luoghi di Sanremo e del suo entroterra, che offrono tantissimi spunti. Stavolta l’ambientazione si estende anche a Bajardo, il paese di Antonio Rubino, incastonato tra la Valle Armea e la Val Nervia. Non mancano anche i “camei” nella trama di alcuni personaggi reali sanremesi”.
Achille Maccapani (Rho, 1964) vive a Ventimiglia (IM) e svolge il lavoro di segretario comunale presso alcuni comuni nelle province di Savona e Imperia. Dopo aver pubblicato diversi saggi e manuali di diritto degli enti locali, ha debuttato nella narrativa nel 2005. In seguito ha dato inizio alla serie dell’ufficiale dei carabinieri Roberto Martielli e del magistrato Viviana Croce con il romanzo Il venditore di bibite.
Con Delitto al Festival di Sanremo si è aggiudicato il Premio speciale Giallo & noir della 44° edizione del Premio letterario “Santa Margherita Ligure – Franco Delpino”.

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