Come la pioggia sul cellofan di Grazia Verasani

Grazia Verasani
Come la pioggia sul cellofan
Marsilio, 2020

Una sbronza epocale. È così che Giorgia Cantini, investigatrice privata, accoglie la brusca separazione da Luca Bruni, capo della Mobile di Bologna, tornato al talamo familiare dopo un anno di convivenza. Ma per dimenticare un amore serve tempo, così Giorgia si butta a capofitto in una nuova indagine. Una cosa – apparentemente – semplice e un po’ glam: si tratta di star dietro al cantante Furio Salvadei per proteggerlo dall’invadenza di una fan troppo esuberante. Furio è un cinquantenne affascinante ma in piena crisi: dopo anni di successi pop, la sua vena creativa sembra essersi esaurita. In realtà l’ultimo album è migliore dei precedenti, qualitativamente più sofisticato, ma proprio per questo non ha incontrato il favore del pubblico, gettando l’artista in un vortice di alcol, droghe e intemperanze. Salvadei, dopo la separazione dalla moglie Edith, si è rifugiato in un magnifico appartamento di Bologna con un gatto e il fedele assistente Alberto. Ma ad aggravare la crisi ci si è messa anche tale Adele Fossan: già diffidata, la donna continua a tempestarlo di chiamate e ad apparire, silenziosa ma inquietante presenza, sotto casa e nei luoghi che Furio frequenta… Giorgia dovrà semplicemente avvicinarla e capire cosa le frulla in testa.
Un incarico piuttosto semplice, addirittura esaltante dal punto di vista di Gen (Genzianella, la ruspante assistente di Giorgia). In realtà  Giorgia è in una fase un po’ malinconica, la vita le scivola addosso “come pioggia sul cellofan”, appunto, e inizia i suoi appostamenti senza troppa convinzione, ma a poco a poco l’indagine la coinvolge. Forse per l’irrompere sulla scena del bel fotografo Rocco Salvadei, fratello meno celebre ma più stabile dell’umorale Furio. O forse perché il caso è meno semplice di quel che sembra, tanto che a un certo punto è necessario ricorrere a certe vecchie amicizie della Polizia…

È malinconica, fuma e beve troppo, è disincantata ma sotto la corazza prova ancora dolore (per la sorella morta, per l’abbandono di Bruni), però è sempre lei, la Giorgia Cantini che abbiamo iniziato a conoscere fin da Quo vadis, baby?, che padroneggia Bologna e la sua gente, che indaga seguendo ogni pista e, con un pizzico di fortuna, riesce ad andare oltre l’apparenza delle cose.

Bentornata, Giorgia.

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