Frédéric Dard
I bastardi vanno all’inferno
Rizzoli Milano, 2021 (originale 1956)
Traduzione di Elena Cappellini
Noir
Recensione di Valerio Calzolaio
Francia del Sud. Anni cinquanta. Molti conoscono la serie poliziesca del superlativo commissario Sanantonio inventata dal poliedrico scrittore francese Charles Antoine Frédéric Dard (1921-2000), 288 romanzi in sessant’anni (spesso con pseudonimi e di tutti i generi), 184 avventure con Sanà, centinaia di milioni di copie vendute, innumerevoli trasposizioni cinematografiche, fama e successo (con il primo figlio del primo matrimonio che prosegue ancora la serie).
I bastardi vanno all’inferno è un bellissimo testo del primo periodo, l’autore stava ormai divenendo ricco e famoso, scrisse un’opera teatrale noir (1954), lo stesso grande regista decise di farne anche un film (1955) e poi l’editore gli chiese il romanzo (1956): tutto tra dramma e commedia sugli ironici colpi bassi della vita, drammaturgia pura e linguaggio ficcante, narrato da uno dei due protagonisti prigionieri in un carcere, un poliziotto sotto copertura e una probabile spia, i loro dialoghi, la loro fuga da amici. O no?